venerdì 27 novembre 2015

Ricerche: Precision farming: il ruolo dei droni


La rivoluzione impressa nell’agricoltura dagli aeromobili a pilotaggio remoto è appena iniziata  e in molti si domandano quale sarà il loro futuro visto l’arrivo dei super sensori posizionati su macchine agricole. Ma andiamo per ordine: le tecnologie satellitari – su cui si basa gran parte del lavoro effettuato dai droni -  in viticoltura sono state utilizzate per le prime analisi di vigoria attraverso le foto satellitari. Un metodo di rilevamento decisamente costoso e una definizione non molto precisa delle fotografie che erano giustificate solo se fatte su grandi aree. Tanto è vero che le prime mappature furono fatte a livello di territorio. Fu la Franciacorta a sviluppare nel 2000 un progetto per fornire elementi sulla maturazione  delle uve e secondariamente a valutare la possibilità di sviluppare sistemi di gestione a dosaggio variabile per il vigneto. Lo sviluppo tecnologico a seguire consentì di abbassare i costi delle foto satellitari con la conseguenza che a utilizzarle furono non sono solo le grandi realtà ma anche la singola azienda. Lo sdoganamento però della viticoltura e della agricoltura di precisione si è avuto con il rilevamento a distanza  ravvicinata, possibile  sia con mezzi di terra ( quad o simili) sia già ora con i droni .Il MIT Technology Review ha recentemente pubblicato la lista delle dieci tecnologie applicate più interessanti nel campo della innovazione. Tra queste l’uso degli APR ( Aeromobili a Pilotaggio remoto) in agricoltura per migliorare la qualità delle coltivazioni grazie alla grande quantità di tipologie di sensori che possono essere caricate a bordo, come videocamere, sensori multispettrali, GPS, magnometri. Questi apparecchi possono essere programmati per effettuare voli in piena autonomia, senza il supporto di piloti a terra e la loro spesa può essere condivisa tra più soggetti. Economici, veloci, precisi non è ancora il momento per vederli svolazzare in grande quantità sui campi e sui vigneti ma le loro potenzialità sono molto interessanti e svariati   dal monitoraggio delle coltivazioni agli interventi di precisione su particolari aree o addirittura su singole piante .Il loro utilizzo in Giappone non è una novità: già oggi sono all’opera 200 apparecchi per le attività di “sprayng” sulle risaie. Possono fornire immagini a più alta risoluzione, immagini multispettrali in grado di dare una visione complessiva tale da mettere in evidenza le piante in salute e quelle stressate. In un vigneto possono essere formidabili alleati in ogni necessaria operazione che va dalla creazione dello stesso, alla raccolta delle uve: tutto può essere eseguito con l’assistenza del satellite o tecnologie di precision farming.  Il controllo satellitare  ad esempio accellera e semplifica la posa dei pali e delle barbatelle, anche la defogliazione può essere svolta tenendo conto del maggiore o minore vigore delle piante per conoscere in anticipo il valore qualitativo delle uve. A livello coltivazione è ampiamente utilizzato lo spandiconcime in grado di adeguarsi alle mappe di prescrizione grazie al controllo elettrico o idraulico dei piatti distributori o degli interratori. Così lo sviluppo dei sensori che misurano in tempo reale lo sviluppo della chioma e la gestione della stessa misurando il grado di prodotto da distribuire. Dalla potatura a operazioni anche amministrative e strutturali. Pericolosi? certamente no, anche per le recenti disposizioni ENAC: non devono superare i 70 metri di altezza e un raggio di manovra al massimo di 200 metri. Non molti conoscono il grande valore industriale di questo settore: sono molte e apprezzate le industrie italiane che producono strumenti di precisione e droni come l’Agrodon, il primo drone-contadino ideate nel nostro paese da due aziende specializzate: la Italdron di Ravenna, che ha fornito il drone, e la Adron Technology di Udine che ha realizzato il carico utile per le applicazioni in agricoltura . e poi ancora il Vrt di Cima, l’Ars di Ager tutti metodi di distribuzione e di coltivazione basati sui rilevamenti di vigore e sulle mappe di precisione e da ultimo ma non per ultimo i super- sensori collocati sulle macchine agricole che permettono in un unico passaggio di identificare e razionalizzare tutti i fattori produttivi necessari. Droni in crisi? Ma questa è un’altra storia.

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