venerdì 27 novembre 2015

Ricerche: Precision farming: il ruolo dei droni


La rivoluzione impressa nell’agricoltura dagli aeromobili a pilotaggio remoto è appena iniziata  e in molti si domandano quale sarà il loro futuro visto l’arrivo dei super sensori posizionati su macchine agricole. Ma andiamo per ordine: le tecnologie satellitari – su cui si basa gran parte del lavoro effettuato dai droni -  in viticoltura sono state utilizzate per le prime analisi di vigoria attraverso le foto satellitari. Un metodo di rilevamento decisamente costoso e una definizione non molto precisa delle fotografie che erano giustificate solo se fatte su grandi aree. Tanto è vero che le prime mappature furono fatte a livello di territorio. Fu la Franciacorta a sviluppare nel 2000 un progetto per fornire elementi sulla maturazione  delle uve e secondariamente a valutare la possibilità di sviluppare sistemi di gestione a dosaggio variabile per il vigneto. Lo sviluppo tecnologico a seguire consentì di abbassare i costi delle foto satellitari con la conseguenza che a utilizzarle furono non sono solo le grandi realtà ma anche la singola azienda. Lo sdoganamento però della viticoltura e della agricoltura di precisione si è avuto con il rilevamento a distanza  ravvicinata, possibile  sia con mezzi di terra ( quad o simili) sia già ora con i droni .Il MIT Technology Review ha recentemente pubblicato la lista delle dieci tecnologie applicate più interessanti nel campo della innovazione. Tra queste l’uso degli APR ( Aeromobili a Pilotaggio remoto) in agricoltura per migliorare la qualità delle coltivazioni grazie alla grande quantità di tipologie di sensori che possono essere caricate a bordo, come videocamere, sensori multispettrali, GPS, magnometri. Questi apparecchi possono essere programmati per effettuare voli in piena autonomia, senza il supporto di piloti a terra e la loro spesa può essere condivisa tra più soggetti. Economici, veloci, precisi non è ancora il momento per vederli svolazzare in grande quantità sui campi e sui vigneti ma le loro potenzialità sono molto interessanti e svariati   dal monitoraggio delle coltivazioni agli interventi di precisione su particolari aree o addirittura su singole piante .Il loro utilizzo in Giappone non è una novità: già oggi sono all’opera 200 apparecchi per le attività di “sprayng” sulle risaie. Possono fornire immagini a più alta risoluzione, immagini multispettrali in grado di dare una visione complessiva tale da mettere in evidenza le piante in salute e quelle stressate. In un vigneto possono essere formidabili alleati in ogni necessaria operazione che va dalla creazione dello stesso, alla raccolta delle uve: tutto può essere eseguito con l’assistenza del satellite o tecnologie di precision farming.  Il controllo satellitare  ad esempio accellera e semplifica la posa dei pali e delle barbatelle, anche la defogliazione può essere svolta tenendo conto del maggiore o minore vigore delle piante per conoscere in anticipo il valore qualitativo delle uve. A livello coltivazione è ampiamente utilizzato lo spandiconcime in grado di adeguarsi alle mappe di prescrizione grazie al controllo elettrico o idraulico dei piatti distributori o degli interratori. Così lo sviluppo dei sensori che misurano in tempo reale lo sviluppo della chioma e la gestione della stessa misurando il grado di prodotto da distribuire. Dalla potatura a operazioni anche amministrative e strutturali. Pericolosi? certamente no, anche per le recenti disposizioni ENAC: non devono superare i 70 metri di altezza e un raggio di manovra al massimo di 200 metri. Non molti conoscono il grande valore industriale di questo settore: sono molte e apprezzate le industrie italiane che producono strumenti di precisione e droni come l’Agrodon, il primo drone-contadino ideate nel nostro paese da due aziende specializzate: la Italdron di Ravenna, che ha fornito il drone, e la Adron Technology di Udine che ha realizzato il carico utile per le applicazioni in agricoltura . e poi ancora il Vrt di Cima, l’Ars di Ager tutti metodi di distribuzione e di coltivazione basati sui rilevamenti di vigore e sulle mappe di precisione e da ultimo ma non per ultimo i super- sensori collocati sulle macchine agricole che permettono in un unico passaggio di identificare e razionalizzare tutti i fattori produttivi necessari. Droni in crisi? Ma questa è un’altra storia.

Le aziende raccontano:

San Luigi X  località Fonte ai Pippi , Scansano


«Sono il testimone di una terra che al mondo ha molto da dare a cominciare dai grandi vini che è capace di regalare a chi la sa comprendere». Così si racconta Antimo Verrone, napoletano verace che in Toscana ha messo radici solidissime.
Antimo viene dalla sartoria napoletana e dal mondo dell’alta moda italiana. La storia ha inizio con la sua conversione al messaggio potente del paesaggio collinare della Maremma che ha dato il Morellino di Scansano e il Bianco di Pitigliano. La terra che Antimo ama sono 30 ettari in località Fonte ai Pippi, sulle colline della Maremma che affacciano sul mare dell’arcipelago toscano. Terra di arenarie e scheletri sassosi, di campagne ricche ma un po’ dimenticate, nonostante il patrimonio secolare di vicende agricole e di mestieri. Antimo vuole recuperare la realtà di un tempo. E con il suo compagno, il regista Marco Filiberti, visionario, profondo e colto,  nel 2006 acquistano la tenuta San Luigi X. Marco è l’autore della riscoperta teatrale e cinematografica delle opere di Lord Byron, il poeta e drammaturgo britannico che tanto amava la bellezza e le rovine del nostro paese, custodi di un passato così glorioso.  Nel suo ultimo film Cain la Toscana e la Val d’Orcia sono messaggio costante del suo narrare per immagini.  
In due ettari, tra Scansano e Magliano, sono impiantate le nuove barbatelle di Sangiovese e Canaiolo che danno il primo raccolto nel 2011. Ed ecco il rosso Doc Maremma Donna Giulia, asciutto, austero, caldo, leggermente tannico. Il bouquet è intenso e profumato di frutti rossi. Un’etichetta che dà 6000 bottiglie l’anno.  Ma l’azienda non ha solo vigneti. Il recupero riguarda anche grano, erba medica, alberi da frutta e gli uliveti di Moraiolo e Frantoio che danno origine all’extra vergine Pacifico. Nome appropriato per descrivere l’amore riconciliato di Antimo con la terra di Toscana, quella che ha sentito sua più d’ogni altra.


Michela Garbin

Cultura: La vinoterapia

Vino e bellezza: la nuova via del benessere



E’ la nuova via del benessere: la vinoterapia, quel mix intrigante e portentoso di polifenoli, tra cui il resveratrolo, foglie della vite rossa, olio di vinaccioli, acqua, zuccheri  e acidi dolci di uva. Non solo buono da bere, il vino non si smentisce ora più che mai visto che la sua fama si è estesa diventando luogo cult di importanti spa : è la vinoterapia. Non poteva mancare un cenno storico che ha come protagonista sempre lei, Cleopatra che amava i massaggi al mosto e i bagni in acqua, latte e miele.
Sempre nel vino cotto con erbe, bacche e spezie amava rilassarsi  Re Vittorio. I benefici del vino nei trattamenti cosmetici, sono citati da Caterina Sforza nel suo ricettario. Ma la vera vinoterapia nasce in Francia negli anni Novanta dalla felice intuizione di una donna, Mathilde Cathiard Thomas figlia di viticoltori francesi e fondatrice della Caudealie, azienda che si è imposta a livello mondiale per creme e cosmetici di grande successo, tutti a base di uva, vinaccioli e foglie di vite.
 La ricerca di questa pioniera del benessere all’uva e di suo marito Bertrand, parte dai semi dell’uva, considerati materia di scarto del processo di vinificazione. La collaborazione con il centro di ricerca dell’Università di Bordeaux è felice aldilà delle aspettative: i semi dell’uva sono ricchi  di polifenoli le cui proprietà antiossidanti sono più efficaci della vitamina E da sempre alleata della pelle. Questi polifenoli inoltre bloccano i radicali liberi potenti ossidanti impedendo l’impoverimento dell’acido ialuronico importante” rimpolpante” naturale della pelle. Inoltre poiché proteggono l’elastina e il collagene( quest’ultimo tessuto connettivo della pelle) producono un ringiovanimento quasi immediato della stessa.

Nasce così il centro benessere “ Le Source de Caudalie” con un’altra felice intuizione: il celebra Bain Barrique, bagno nel tino di vino:  immersi in acqua minerale calda, arricchita da estratti di uva fresca, oli essenziali  dalle proprietà esfolianti, tonificanti e rilassanti. Se poi aggiungiamo gli impacchi di miele e vino, al Merlot.. il gioco e fatto. Non c’è spa di successo che non annoveri questo trattamento  soprattutto quando abbinato a docce cromatiche, luci soffuse, musica new age, soffici teli,  candele e parole sussurrate.. insomma un ambiente impeccabile dove fantasia e professionalità rendono la vinoterapia unica!,


News:

L’enogastronomia è Entertainment: IV  Edizione di “ Food Wine & Co” a Roma il 19-20 Novembre






Non più un momento di impiego del tempo libero, l’Entertainment ( più  banalmente evento-intrattenimento) è un contenitore straordinario in cui e per il quale si realizzano veri e propri format: attori principali i new media, il marketing e la comunicazione di prodotti e servizi. Su questo tema hanno ruotato le due giorni  organizzate dal master in Economia e Gestione della comunicazione e dei Media dell’Università di Tor Vergata di Roma. L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno di Viaggi del Gusto magazine, Cinecittà Studios e il patrocinio di FERPI( federazione Relazioni Pubbliche) L’evento di due giorni-19-20 Novembre, è stato ospitato all’interno degli storici Studios di Cinecittà- sala Fellini e il caffè di Cinecittà. Sei sessioni seminariali-master class- che hanno dimostrato, in sostanza, come la comunicazione e il marketing legate all’intrattenimento possono essere un elemento importante per il settore food e beverage,( in particolare vino e birra) tenendo conto che il consumatore oggi è profondamente cambiato in quanto frequentatore di momenti e luoghi di consumo  considerati come TOUCH POINT dove poter acquisire esperienze legate ai prodotti ,alle imprese brand in una logica multisensoriale. Un vero e proprio stile di vita piuttosto che di consumo.
 Convivialità e intrattenimento dunque caratterizzano sempre di più il mondo dell’enogastronomia, tradizionale e innovativa .” Una occasione- come ha detto Simonetta Pattuglia, Professore Marketing e Comunicazione, Direttore Master in Economia e Gestione della comunicazione e dei Media, Università di Roma Tor vergata, nonché ideatore dell’evento- per analizzare e comprendere un mercato che ha un grande potenziale di sviluppo se accompagnato da attente strategie di comunicazione e marketing” E le cifre parlano da sole: il settore food& beverage è arrivato ad assorbire oggi quasi 4 milioni di operatori, l’8% del PIL nazionale con un fatturato di 132 miliardi nel 2014.
 Durante la due giorni docenti e sommelier, imprenditori, chef, comunicatori, giornalisti, scrittori, manager aziendali hanno raccontato le loro esperienze e riflessioni su un settore in rapidissima trasformazione. A iniziare l’interessante carrellata di interventi Gianni Bruno, manager wine%food Vinitaly, consolidato evento giunto alla 50ma edizione una fiera alla quale partecipano ogni anno 4.000 espositori e oltre 150.000 visitatori”. Una manifestazione- ha detto-dove è sempre più arduo emergere, comunicare e dialogare” . Un mondo multisensoriale- ha precisato Silvia Dorigo, co-founder eventi Taste of Milano, taste of Rome..- che necessità di creatività e imprenditorialità per attrarre emotivamente un pubblico sempre più  esigente”.  E poi ancora Federico Trotta geniale organizzatore di Roma Street Food Truck Festival 2015, Francesca Rocchi, Vice-Presidente Slow Food- Salone del gusto Torino che ha ricordato lo spirito di eventi a ridotto impatto ambientale, Claudia Golinelli Vice Presidente Ega Worldwide congress&events. Andrea Santini, responsabile parco del Foro Italico, Coni Servizi. 



La seconda giornata ha visto ruotare nelle master-class Alberto Contri, Presidente Pubblicità Progresso, Diamara Parodi con il suo bellissimo Concorso Short Food Movie per Expo Milano 2015, Daniele de Michele con il progetto multimediale Artusi remix che attraverso immagini, interviste e suoni racconta il cibo italiano quale comune denominatore di storie, ricette, persone. Marco cattaneo Direttore Responsabile National Geographic Italia,  Leonardo Di Vincenzo, Owner Birra del Borgo, Alessio Rosati, responsabile Ricerca, Museo Maxxi   Dina Zanieri , referente Comunicazione Istituzionale, Enel ,Lamberto Mancini direttore Generale Touring Club, Alice Braggion dello studio Abaco vincitrice assieme a Alessandro Carabini del concorso pasta design Contest Barilla, Alberto Mazzoni, Simone Pescatore e Camilla Alberti rispettivamente Direttore Istituto marchigiano Tutela Vini, responsabile Dinamica Commerciale, Carrefour market, Vice Presidente Strada del vino Franciacorta e tanti altri ancora tutti animati da tanta passione..
E non potevano certo mancare loro gli stellati: Fabio Campoli ,Claudia Bandini, Cristiano Tomei e  Cristina Bowerman con le degustazioni che più” stellate” non si può.

A fare gli onori di casa Giuseppe Basso., AD di Cinecittà Studios e Domenico marasco, Direttore Viaggi del Gusto magazine, capitanati dalla bravissima Simonetta Pattuglia.

Le aziende si raccontano:


Casa Berucci-Massimi: La quarta generazione e l’arte agricola di Catone e Virgilio

  






Non è sicuramente l’unica famiglia nel vastissimo panorama vinicolo italiano, a vantare antiche origini ma certamente tra le poche, pochissime ad avere una discendenza che risale a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore quindi depositaria dell’arte agricola di Catone e Virgilio. Le aziende si raccontano anche e soprattutto in una generazione che continua a produrre magnifiche bottiglie di cesanese. Ma iniziamo dalla storica Casa Massimi collocata nel rione Santa Lucia a Piglio, borgo medioevale importante polo turistico del Frusinate. Tra le mura bruciate più volte dalla guerra, appare una bellissima monofora di pietra, fa mostra di se l’antico montano (frantoio), i granai, l’orto, ”le carte di Francia” con la storia di Telemaco, la ricca collezione di testi e libri antichi: un vero e proprio archivio per le storie di tutti i giorni , la grande sala da pranzo  oltre alle famose stanze con parati del Settecento. Non c’è muro che non sia tappezzato di fotografie e ricordi, non c’è angolo in cui una sedia, un tavolo, una lampada non testimoniano i momenti, i gesti, le abitudini  delle tante persone che nei secoli hanno abitato e amato questo palazzo. Il bellissimo e recente restauro che ha interessato alcune sale non possono nascondere le tinture di alcune pareti scolorite, i pavimenti consumati, le strette strettissime scale che collegano ben nove piani! E tanto altro.. ma in questi affettuosi segni del tempo che passa si racchiude il segreto e la  cultura che i Berucci testimoniano e hanno voluto tramandare. Tenace custode e imperterrito parlatore Manfredi Berucci, magnifico e commovente quando illustra le rarità del Casato ma soprattutto quando da poeta-contadino illustra le specialità culinarie della casa:  il timballo di re Manfredi, il pollo al melograno, l’arrosto di capocollo affogato nel vino rosso una ricetta che risale a prima della scoperta dell’America. Ci è piaciuto il Piglio  con il convento e la Chiesa di san Lorenzo, la Rocca Medioevale del castello Orsini, ma soprattutto ci è piaciuta la quarta generazione: Francesco, Flavia, Paola e Maria Ernesta,  anima intraprendente e scattante del gruppo che con i suoi appuntamenti di cultura e musica ha rivitalizzato momenti conviviali dei fine settimana. 26 ettari, 20mila bottiglie del famoso cesanese.

Le aziende si raccontano, in questo caso abbiamo voluto raccontare quando la cultura del vino è veramente cultura!

Ricerche: Biodinamico, organico, libero, naturale: le tante definizioni per il vino






Sempre più sfaccettato il mondo del vino tanto da confondere il pubblico meno smaliziato e allora proviamoci almeno a rendere più chiari alcuni concetti. 
BIOLOGICO: il concetto di BIO è ormai di uso quotidiano perché il consumatore è molto più attento rispetto il passato a ciò che mangia e che beve. A partire dalla vendemmia del 2012, i produttori possono indicare in etichetta “vino biologico” qualora, oltre al regolamento CE n 834/2007 che riguardava le pratiche della agricoltura biologica nella vigna, in cantina si svolgono le indicazioni contenute nel regolamento CE n. 203/2012 che vieta l’utilizzo di alcune sostanze e pratiche come la desolforizzazione, la dealcolizzazione, la concentrazione per raffreddamento, l’elettrodialisi ecc. Inoltre non possono assolutamente essere usate sostanze chimiche ma solo quelle di origine animale, vegetale o minerale come la gomma arabica, la colla di pesce, l’albumina, la bentonite, la perlite..Inoltre sono da rispettare limiti per la quantità di solforosa totale nei vini biologici secchi ad un massimo di 100mg/l e nei vini rossi e biologici bianchi secchi ad un massimo di 150 mg/l. Per poter dire BIO è necessario essere certificati da un ente preposto come AIAB, ICEA, ECOCERT Italia, CCPB, CODEX, BIOAGRICERT e altri
ORGANICO: una semplice traslazione del termine inglese "organic” che in italiano in sostanza vuole dire biologico. 
BIODINAMICO: la certificazione biodinamica riconosciuta è quella rilasciata dalla associazione Demeter che identifica biodinamica quella agricoltura il cui trattamento del terreno, del letame, del terricciato  è in stretta relazione con le energie del terreno, degli esseri viventi e quelle cosmiche. Questa filosofia che vede il suo ideatore nell’antroposofista Rudolph Steiner , nasce attorno gli anni Venti quando un nutrito gruppo di agricoltori vedevano l’avanzata della rivoluzione chimica una minaccia per la qualità della terra, dei sementi, delle pante e degli animali più facilmente preda di malattie. Nella vigna si possono usare prodotti da aziende biologiche o biodinamiche certificate, si possono utilizzare concimi organici e la lotta agli insetti può essere fatta con mezzi meccanici e non chimici. No anche alla a pratiche come la termovinificazione, la pastorizzazione e l’aumento del grado alcolico. L’uso dell’anidride solforosa impone limiti massimi nella quantità di 70mg/l per i rossi, 90mg/l per i rosati e 60mg/l per i bianchi secchi. 
E veniamo al NATURALE, un azzardo  in quanto il vino in natura non esiste. E’ un termine sgradito ai produttori che non la possono riportare in etichetta, in quanto ritenuta pubblicità ingannevole, contaminata perché entrata nel linguaggi  comune. Comunque  alcuni identificano il concetto di naturale quel vino che esclude totalmente ogni prodotto chimico e sintetico in vigna e in cantina (cosa praticamente impossibile), oppure quel vino prodotto in luogo rispettoso dell’ambiente, del territori e delle piante, o ancora quel vino che in qualche modo rispecchia e recupera la dimensione contadina dell’uomo. Più semplicemente il concetto di naturale rispecchia un concetto di artigianalità in quanto si tratta di piccole aziende che raramente superano i 50 ha, dove il procedimento è seguito dalla stessa persona o nucleo familiare in tutto il processo dalla vigna alla commercializzazione.

Ma un buon vino è sempre un buon vino quando frutto di esperienza, professionalità,impegno e onestà intellettuale.

mercoledì 18 novembre 2015

News:



“…Come per virtù lor non sien felici, borghi, terre, provincie e nazioni. Che dirò delle triglie e delle alici? Qual puoi bramar felicità più vera che far d'ostriche scempio infra gli amici?...” 
Giacomo Leopardi -Operette Morali (1824-1832)


Il Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma Tor Vergata anche quest’anno dedica due intere giornate all’enogastronomia italiana e al significato sociale e comunitario che sempre più assumono il mangiare e il bere.
Il gusto della buona tavola che attrae, appaga e intrattiene, talvolta divertendo e sempre rinfrancando, saranno al centro della IV Edizione di “Food, Wine & Co. Eno-Gastronomia è/e Entertainment”, che si terrà il 19 e 20 novembre 2015, presso gli storici Studios di Cinecittà.
Dopo il grande successo riscosso nelle prime tre edizioni del Seminario, che hanno visto l’intervento entusiastico e il forte interesse non soltanto degli iscritti ma anche di relatori e professionisti, illustri provenienti da ambienti diversi, questa stimolante due-giorni, all’insegna dell’enogastronomia e del piacere del palato, si prospetta, anche nel 2015, un evento dai contenuti originali e trasversali.
Nel Seminario di formazione – suddiviso in 6 Master Class, frequentabili anche singolarmente - saranno inseriti numerosi momenti dedicati a laboratori, presentazioni, dimostrazioni e assaggi di cibi e bevande appositamente selezionati e presentati da esperti e responsabili di aziende partner o sponsor dell’evento.
Ciascuna Master Class sarà dedicata ad una delle tematiche che lega fortemente, e in maniera sempre più attrattiva, il mondo della buona tavola e della sana alimentazione a momenti di intrattenimento e relazione: eventi, gioco, apprendimento, contenuti audio-visivi, cultura, hight tech, tasting, turismo, tradizione e nuove idee.
L’incontro sarà anche un’importante occasione per tirare le fila di quanto sarà emerso, da maggio a novembre, per l’Italia e per il resto del Mondo, dall’esperienza dell’Esposizione Universale – Expo 2015.

Il concept, ideato da Simonetta Pattuglia – Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, Presidente Commissione Aggiornamento e Specializzazione Professionale Ferpi – e da Paola Cambria – Comunicatrice, Giornalista e sommelier, ed elaborato e organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media in partnership con la rivista Viaggi del Gusto e Cinecittà Studios e col patrocinio di Ferpi, anche quest’anno si svolgerà in una esclusiva location, il Caffè di Cinecittà, dove gusto, sapienza, tradizioni e innovazione si fondono con uno dei più grandi simboli dell’Entertainment: i mitici Studios di cinematografia.
Sponsor tecnici.

Prima giornata – Giovedì, 19 Novembre 2015 
Ore 13.00 Welcome presso Il Caffè di Cinecittà
Ore 14.00 – 14.30 Introduzione Simonetta Pattuglia, Professore Marketing e Comunicazione, Direttore Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, Università di Roma Tor Vergata Giuseppe Basso, Amministratore Delegato, Cinecittà Studios Domenico Marasco, Direttore, Viaggi del Gusto
Ore 14.30-16.30 Eventing. Saloni, Festival, Fiere. – Master Class 1
Gianni Bruno, Area Manager Wine & Food, Vinitaly Silvia Dorigo, co-founder, Brand Events, eventi Roma Food Story, Taste of Milano, Taste of Rome Claudia Golinelli, Vice-Presidente, Ega Worldwide congresses&events – Eventi Padiglione Italia, gestione palchi e cluster e open theatre, e accrediti ai national days, Expo Milano 2015 Francesca Rocchi, Vice-Presidente Slow Food Italia – Salone del Gusto di Torino Federico Trotta, Organizzatore, Roma Streeat FoodTruck Festival 2015 Ore 16.30-17.30 Gaming and Edutainment – Master Class 2 Alessia Polidori, Unicef – Progetto Laboratori Bimbi Expo Milano 2015 Andrea Santini, Responsabile Parco del Foro Italico, Coni Servizi Dina Zanieri, Referente Progetti e Contenuti Comunicazione Istituzionale, Enel - Progetto Play Energy 2015, Expo Milano 2015
Ore 17.30-18.30 Visita Cinecittà si Mostra
Ore 18.30-19.00 Lucitta. Street Food d’Autore, pietanze dello chef Clelia Bandini, ispirate alla tradizione
Ore 19.00 Aperitivo e Degustazioni presso Il Caffè di Cinecittà

Seconda giornata – Venerdì, 20 novembre 2015 
Ore 10.00—11.30 V-Ideo – Master Class 3 Alberto Contri, Presidente, Pubblicità Progresso Nils Hartmann, Direttore Produzioni originali, SkyTv Diamara Parodi, Dirigente, Fondazione Cinema per Roma e Responsabile Concorso Short Food Movie per Expo Milano 2015
Ore 11.30-12.00 Cibo, musica e storytelling con Don Pasta (Daniele de Michele)
Sponsor tecnici
Ore 12.00-13.30 Cultura e… – Master Class 4 Marco Cattaneo, Direttore Responsabile National Geographic Italia, volume Food, il futuro del cibo Lamberto Mancini, Direttore Generale, Touring Club Emanuela Medi, Giornalista medico scientifica e Autrice, “Vivere Frizzante” Alessio Rosati, Responsabile Ricerca, Educazione e Formazione, Museo Maxxi - Roma, Mostra Food dal cucchiaio al mondo
Ore 13.30-14.00 Cristiano Tomei, Chef stellato, Ristorante L’Imbuto, Lucca Center of Contemporary Art
Ore 14.00.14.30 Light Lunch Il Caffè di Cinecittà
Ore 14.30 – 15.30 Visita Cinecittà si Mostra/Visita Set Cinecittà Studios
Ore 15.30 – 16.30 High Tech, High Touch, High Taste – Master Class 5
Alice Braggion, Architect and Creative Designer, Studio Abaco e Alessandro Carabini, Architect and Computational Designer, Studio Abaco, vincitori concorso Pasta Design Contest Barilla, Le lune (3dprint)
Alberto Mazzoni, Direttore, Istituto Marchigiano di Tutela Vini
Simone Pescatore, Marketing Manager, Carrefour - progetto “Carrefour Gourmet”
Ore 16.30-18.00
Turismo,Tradizioni e Nuove Idee – Master Class 6
Camilla Alberti, Vice Presidente Strada del vino Franciacorta, Franciacortando
Giuseppe Bianchini, Consulente Marketing, Mandrarossa Vineyard Tour, Cantine Settesoli, Sicilia
Raffaella Cantagalli, Responsabile Formazione e Promozione, Campagna Amica
Stefano Carboni, Responsabile Comunicazione, Consorzio Mozzarella di Bufala Campana
Ore 18.00-18.30 Cristina Bowerman, Chef stellato, Glass Hostaria
Ore 18.30 – 19.00 “Piatti Forti. Ratatouille di canzoni e parole” - con Tamara Bartolini e Michele Baronio - performance organizzata dal Teatro Brancaccio
Ore 19.30 – Aperitivo Il Caffè di Cinecittà

Ricerche: vini senza solfiti


“ ONLY WINE”: il progetto brevettato dell’Università di Pisa per vini senza additivi e solfiti




E’ tutta italiana la metodologia il cui brevetto è a giorni in attesa di autorizzazione ,per la produzione di vini naturali senza aggiunte chimiche. Un bel risultato ottenuto da uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro Alimentari dell’Università di Pisa e presentato questa estate a EXPO 2015. Il lavoro -in pratica un innovativo protocollo di vinificazione- ha prodotto due vini di alta qualità un Viognier 2013 e un Sangiovese 2014 smentendo la convinzione che i vini naturali siano più scadenti in qualità e in aromi rispetto i vini trattati con additivi. Ma andiamo per ordine: i vini ”naturali”( in realtà il termine è improprio perché tutto nel vino è frutto della tecnologia) hanno attualmente un piccolo mercato ma in continua crescita che ormai supera il 2% del totale nazionale in volumi e più del doppio in valori. Interesse dei produttori dettato dall’esigenza dei consumatori di avere vini salubri con meno chimica aggiunta in grado di ridurre sensibilmente il ischio di intolleranze alimentari, con l’utilizzo di attrezzature già esistenti nelle moderne cantine e  senza aumento di prezzo. Un bel concentrato di intenti cui ha voluto dare una risposta scientifica il gruppo di lavoro coordinato da Angela Zinnai che dice 
”Il nostro metodo non  altera le caratteristiche del vino, anzi ne esalta le qualità e ne salvaguardia molti aromi che oggi sono coperti, alterati dalla presenza dell’anidride solforosa e dalle altre sostanze aggiunte. Questo senza contare l’effetto di salubrità dovuta all’assenza totale di additivi chimici, così come la digeribilità delle molte sostanze positive per la salute umana contenute nel vino”. 
La metodologia è stata sperimentata per due anni nella cantina sperimentale dell’Ateneo pisano e, nel 2014 anche alla fattoria dei Barbi a Montalcino, in quest’ultimo caso in collaborazione con il dott Stefano Cinelli Colombini che così afferma ”L’esperienza che abbiamo fatto consente una significativa riduzione dell’impiego di ogni prodotto chimico durante la fermentazione, la conservazione e l’imbottigliamento del vino e questo ha un notevole impatto positivo sull’ambiente e sulla salute del consumatore. Inoltre non essendo prevista la stabilizzazione a freddo si avrà un notevole risparmio di energia elettrica. Una metodologia quindi -aggiunge Cinelli Colombini- che può essere realizzabile da chiunque possieda normali attrezzature di buon livello  senza aumenti di costi“

Il progetto ONLY WINE mette insieme i tecnologi alimentari dell’Università di Pisa, il Polo Tecnologico della Magona, il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Ateneo pisano e il Dipartimento di Fisica  e di Ingegneria dell’Informazione  infine la Fattoria dei barbi per l’applicazione dei protocolli.


Di seguito alcuni passi della ricerca:




News:


Bibenda è anche online!





BIBENDA LA GUIDA 2016, disponibile in versione digitale online per 365 giorni è l’unica in Italia nel suo genere e, come ogni anno, la più completa del settore nonché la sola che si pone come strumento formidabile per il turismo di settore, poiché si ha sottomano, in un unico testo, tutta la realtà enogastronomica del Bel Paese. La scelta digitale è stata non solo dettata dai tempi ma sopratutto dalla consapevolezza, attraverso le nuove tecnologie disponibili, di poter offrire molto di più ai nostri lettori, con collegamenti diretti ai siti web delle cantine, dei frantoi o dei ristoranti, con l’accesso alle mappe di Google e inoltre con possibilità di ricerca quasi infinite che vanno dall’abbinamento al vitigno, passando per enologo, vino, denominazione ecc. oltre ad altre funzionalità che letteralmente incolleranno tutti allo schermo di pc, tablet o smart phone. Un’opera a portata di click e onnicomprensiva del meglio del Made in Italy enogastronomico, delle Grappe, delle Birre artigianali e dell’Olio Extravergine di Oliva che racconta, regione per regione e località per località non solo i prodotti, vini o birre che siano, ma anche gli uomini e le donne che li realizzano, le tecniche utilizzate, le tradizioni così come le novità che hanno reso unici tali beni e, dulcis in fundo, quel legame intimo con la dimensione rurale o artigianale, nel caso delle birre, del territorio di riferimento. Tornando alla pura funzionalità dell’opera, BIBENDA LA GUIDA 2016 è uno strumento capace di seguire i consumatori, gli appassionati e i professionisti del settore ovunque: una cultura “senza peso” insomma, data la dimensione digitale, sempre a portata di click e la sola capace di raccontare tutti insieme gli autentici Tesori d’Italia.

Ricerche: Neuromarketing





Il neuromarketing del vino: se ne parla il 2-3 dicembre a Wine2wine, il forum sul business del vino edizione 2015. Segue articolo di Emanuela Medi:

Certo le strategie di comunicazione non danno tregua nel trovare soluzioni sempre più sofisticate. In un mercato ogni giorno più competitivo a livello nazionale e internazionale, caratterizzato da consumatori attenti e raffinati, convincere a scegliere un vino piuttosto che un altro è una impresa non da poco. Ci è piaciuto molto l’articolo scritto da Vincenzo Russo della  IULM ( Libera Università di Lingue e Comunicazione) sul neuromarketing per wine2wine. 
Ma che cosa è? Una strategia di comunicazione basata sulla misurazione delle emozioni, sulla attenzione e sulla memoria. Ma andiamo per gradi: molti studi di neuroscienze hanno dimostrato che gli essere umani non sono assolutamente solo razionali quando prendono delle decisioni ma che anzi queste sono determinate dalla affettività e dalle emozioni. Questo è tanto vero nel mondo del vino dove la funzione simbolica, narrativa e emozionale hanno una funzione quasi determinante . Non bastano più le tradizionali tecniche di indagine come i questionari, le interviste, i focus group: se ad esempio i colori della confezione di un prodotto alimentare, il design di un sito, le immagini di uno spot, la capacità di una etichetta di una bottiglia di essere attrattiva, coinvolgono il consumatore  vuol dire che l’effetto emotivo che provocano le immagini gioca un ruolo molto forte. Il neuromarketing  ha strumenti e indicatori molto interessanti per misurare l’emotività e quindi per essere utilizzate dalla comunicazione di una cantina. E gli indicatori non sono pochi vanno dal movimento oculare, dilatazione delle pupille, la misurazione delle onde cerebrali  che testimoniano il grado di attivazione cognitiva, la sudorazione, il battito cardiaco, la tensione o il rilassamento muscolare. Un valore aggiunto alle tecniche tradizionali per valutare la capacità emotiva.  Troppo scientifico per essere emotivo? La risposta alle strategie di marketing.

CULTURA: Ampeloterapia





E’ un trattamento depurativo famoso praticato dai Greci durante l’epoca classica e da alcune popolazioni arabe: la ampeloterapia da “ ampelos” che significa vite. E’ un programma dietetico, nel quale l’uva avendo un’azione terapeutica, deve essere ingerita secondo precise regole. Consiste nel mangiare i chicchi, oppure nel bere esclusivamente il succo o in entrambi i modi. Se si opta per il primo modo la quantità varia da 50gr a 2 chili al giorno per un periodo di tre settimane, ma alcuni specialisti indicano anche trenta giorni. Gli acini vanno masticati lentamente, bucce e semi. Il suo consumo è indicato nei disturbi cardiovascolari, nelle anemie, stipsi, convalescenze e durante la gravidanza. Può essere di aiuto nei disturbi della ipertensione e negli stati febbrili. Favorisce il drenaggio, è diuretica, disintossicante e energetica. Per chi soffre di colon irritato si consiglia solo di bere il succo  ottenuto da mezzo chilo di uva per poi aumentare gradatamente la dose fino a 3-4 chili al giorno. E visto che abbiamo fatto una digressione sulle proprietà curative del vino, gustiamolo come vin brulè( vino bruciato, dal francese) molto utilizzato dalle popolazione alpine per combattere il freddo e i raffreddori. E’ una bevanda a base di vino rosso, cannella, chiodi di garofano e buccia di limone che va consumata calda.. molto calda. Grazie ai polifenoli e all’alcool, il vin brulè  induce la vasodilatazione , la presenza della cannella combatte i raffreddori così come i chiodi di garofano che hanno una azione antibatterica, se poi aggiungiamo la buccia di limone le proprietà antisettiche e balsamiche sono importanti contro le infezioni respiratorie. Basta? Per un vin brulè  non c’è male!

CULTURA: Accademia della cucina

Civiltà della tavola



Articolo tratto dal saggio "Vivere Frizzante" Edizione Diabasis, Emanuela Medi



“ Cuore protetto”:  parte da qui  il nostro viaggio sugli  effetti positivi del vino basati sugli studi di epidemiologia osservazionale   cui hanno partecipato ben 11 Società Scientifiche. L’alcol protegge il cuore, lo protegge maggiormente se bevuto in quantità moderate, lo protegge di più rispetto gli astemi e i forti bevitori. Lo dimostra una ricerca italiana effettuata su 16.531 persone che ha osservato come un consumo giornaliero tra i 15-25 g al giorno comporti una diminuzione della morte cardiovascolare per tutte le cause.  La evidenza del vantaggio è anche per il colesterolo. Da oltre dieci anni diversi studi avevano dimostrato che un moderato consumo giornaliero di alcol si associava a un aumento  dei livelli nel sangue del colesterolo buono o HDL con una precisa relazione dose-risposta, inoltre poiché il consumo moderato di alcol si associa a una riduzione del rischio cardiovascolare anche negli ipertesi, gli esperti suggeriscono una assunzione meno 30 g al giorno per gli uomini e 15 per la donna piuttosto che la completa astensione. Il meccanismo è l’effetto vasodilatatore dell’alcol. La stessa evidenza la si ha per l’ictus di natura ischemica inferiore come incidenza rispetto i non bevitori.  Vino e diabete: per una volta tanto le buone notizie vengono dal diabete di tipo 2. Una metanalisi condotta valutando 15 studi con 369.862 pazienti, seguiti per 12 anni  ha dimostrato che chi beve con moderazione tra i 6 e i 60 grammi di alcol al giorno ha il 30% in meno di sviluppare il diabete di tipo 2. Anche nelle donne in menopausa il consumo moderato di alcol oltre a migliorare la sensibilità all’insulina e il profilo lipidico, produce una riduzione della glicemia a digiuno e dei trigliceridi.  
Certo è inusuale dimostrare un effetto protettivo tra alcol e demenze: a beneficio dei nostri lettori partiamo dalle conclusioni: un consumo moderato di alcol( un bicchiere di vino corrispondente a 10g di alcol) associato a una dieta bilanciata comporta una riduzione del rischio di malattie neurodegenerative come la demenza senile e l’Alzheimer, e può favorire la longevità.
 E veniamo alla seconda” anima” di Vivere frizzante: tanti capitoli per descrivere la quotidianità di questo alimento. E’  indubbio che il vino abbia avuto un carattere sacro per lunghissimo tempo e dove il vino raggiunge il massimo della sacralità è nell’Antico Testamento, in virtù delle parole pronunciate da Cristo nell’ultima cena  “ questo è il calice del nuovo patto nel mio sangue che sarà sparso per voi..”

 La storia del cinema non straripa di film girati attorno al vino. Ci limitiamo a citarne alcuni, sicuramente i più visti. “ Un’ ottima annata” diretto da Ridley Scott nel 2006 con attori come Russell Crowe, Albert Finney, Marion Cotillard. Un intenso viaggio attraverso paesaggi provenzali che vuole carpire e dimostrare un grande segreto: quello di fermarsi ad amare e vivere la vita con gusto, invece di guardarla scorrere. E’ uno dei più famosi road movie, Sideways di Alexander Payne, film che gli ha valso l’Oscar come migliore sceneggiatura.  Sideways, che in inglese significa laterale, di traverso, è ambientato in una contea di Santa Barbara in California e narra  le rocambolesche vicende di due ex amici del college, alle prese con le difficoltà della vita. Il viaggio dei due protagonisti li porterà a confrontarsi con se stessi e finirà con il mostrarli più consapevoli  delle loro mancanze e più desiderosi di cambiare.
Disinibito, eccitante, erotico, il vino è un perfetto compagno di cibi accattivanti, tanto da essere da sempre il più naturale, democratico stimolatore del desidero sessuale. Le sue capacità di sedurre erano ben conosciute a Cleopatra che, tanto per gradire, vi aggiungeva oppio e sostanze allucinogene come la belladonna e la mandragola. Vino e sesso, una coppia ben conosciuta ai tempi dei romani: ne parla Ovidio nell’ars amatori. Al vino era dedicato il culto erotico del Dio falllico, Dionisio e nell’era rinascimentale era anche un importante indicatore sociale dato che il suo consumo era abituale presso la borghesia mercantile e artigiana. Citiamo il primo vero trattato di enologia” Della natura dei vini e dei viaggi di Paolo III, descritti da Sante Lancerio suo bottigliere” del 1534. Ma perché nell’immaginario collettivo il vino “ accende” il desiderio sessuale tanto da essere considerato  una sorta di viagra naturale? La sfera sessuale sarebbe “ stimolata” dai polifenoli, potenti vasodilatatori, presenti nel vino in grado di rilassare piacevolmente le vie del sangue, aumentando l’afflusso nei vari distretti compresi quelli “ importanti”. Tutto vero? In parte ma certamente lo stato di grazia può avere un effetto moltiplicatore se abbinato a cibi come il cioccolato amaro, il caffè, succo di mirtillo,ostriche, spezie come lo zafferano, zenzero, ginseng e poi ancora tartufo, liquirizia frutta secca  come le mandorle ingrediente principale dei pranzi di corte per le proprietà afrodisiache perché ricche di ferro, vitamine e zuccheri. Insomma vino ed eros: una coppia felice!

 Scrittori avvinazzati: un paragrafo che non vuole denigrare nessun autore ma dimostrare invece, come il rapporto alcol e letteratura sia stato spesso una relazione distruttiva. Cinque premi Nobel Usa furono più o meno alcolizzati: Sinclair Lewis, Eugene O’ Neill, William Faulkner, Ernest  Heminguay e John Steinbeck : troppo spesso alzavano il gomito ritenendo che in fondo alla bottiglia si nascondesse il segreto dell’ispirazione. Però spesso superarono ogni misura.  

Emanuela Medi

CULTURA: SISTO V e la tassa sul vino

SISTO V E LA TASSA SUL VINO





 Grande personaggio Sisto V (1585-1590) tanto da passare alla storia come ”er papa tosto”. Nonostante la brevità del suo pontificato (solo 5 anni), nessun altro papa profuse tanto impegno nella riorganizzazione burocratica dello stato pontificio, nell’eliminare il malcostume, la corruzione e il brigantaggio che avevano raggiunto limiti non più tollerabili nella Roma del cinquecento. Come scrive Gigi Zanazzo nel suo libro Novelle, favole e leggende romanesche, l’impegno di Sisto V per dare un nuovo assetto urbanistico della città (ricordiamo solo il ripristino dell’acquedotto felice) richiedeva molti soldi..  e poiché le casse dello stato erano vuote -allora come oggi- il modo più semplice e veloce  era il ricorso alla tassazione sui generi di maggiore consumo tra le classi popolari. Ovviamente tra il generi alimentari, il vino era particolarmente amato e diffuso tra i romani  ma poiché l’ordine pubblico lasciava molto a desiderare così come i finanziamenti per le opere pubbliche, lo stato pontifico era ricorso a una tassazione  per ridurne il suo consumo! Il primo passo fu quello di concedere all’ebreo Meier Maggino di Gabriello (15 luglio 1588), la privativa di fabbricare dei contenitori di vetro, in modo che l’avventore potesse controllare l’esatta misura servita dall’oste. In seguito fu pubblicato un bando con il quale gli osti erano obbligati ad usare le nuove misure fatte in vetro trasparente, con impresso un sigillo  della Camera Apostolica (il Ministero delle Finanze dello Stato pontificio), in sostituzione dei boccali di ferro o coccio che facilitavano le frodi cioè l’aggiunta di acqua al vino .Gli osti avrebbero dovuto pagare un quattrino per ogni fojetta di vino venduta. La fojetta corrispondeva a ½ litro,  er Barzilai a 2 litri, il tubo a 1 litro, il quartino a ¼ di litro, il chirichetto a 1/5 di litro e il sospiro a  1/10 di litro. E’ chiaro il forte malcontento degli osti verso le nuove misure, malcontento che arrivò alle  orecchie del papa  che fingendosi un vecchio eremita si recò in un’osteria chiedendo una mezza fojetta. A ogni richiesta di vino, Sisto V lo misurava di nascosto in una fiasca che si era portata dietro. Accadde che durante la notte proprio avanti la porta dell’osteria fu innalzato un patibolo. La cosa piacque molto all’oste che si affrettò a porre diversi tavoli  avanti la bottega per accogliere il pubblico che numeroso sempre accorreva in simili occasioni. Ma.. le prime due persone che varcarono la soglia furono il boia e il suo assistente…

venerdì 6 novembre 2015

Ricerche: Lo studio PREDIMED



In un momento di grande allarmismo alimentare LEI, la dieta mediterranea, rimane l’unico accreditato regime in grado di apportare sostanziosi benefici per la nostra salute in termini di mortalità di incidenza di malattie cronico-degenerative, di riduzione di eventi cardio e cerebrovascolari e chi più ne ha ne mette… Vogliamo ricordare allora lo studio PREDIMED- Prevenzione con dieta mediterranea- effettuato  a Barcellona (Spagna) i cui dati pubblicati nel 2013 hanno fatto molto “rumore”.

I titoli dei giornali riportavano “ La dieta mediterranea riduce di un terzo il rischio di eventi cardiaci fatali e di ictus ”, bello non c’è che dire!  Da questo studio sono derivate molte ricerche in altre settori quali la pressione alta, il diabete e le demenze. Lo studio ha evidenziato tra l’altro, che maggiore è l’aderenza alla dieta mediterranea soprattutto quando è previsto l’uso di olio di oliva extra-vergine, tanto migliori sono i benefici per la salute e che questi sono inversamente proporzionali alla dose (più dosi minori rischi). Gli studi Predimed dicono molte cose ma soprattutto indicano che la dieta mediterranea in termini di consumo di olio di oliva extra-vergine, frutta, verdura, farine integrali, abitudine al bere durante i pasti, pesce... sono VINCENTI.

Lo studio PREDIMED è riportato per intero con la traduzione italiana effettuata da Google

Jacob Schor ND, FABNO, si è laureato presso National College of Naturopathic Medicine, Portland, Oregon, e adesso a Denver, Colorado.

Il Prevención con dieta mediterranea (PREDIMED) studio è stato il più grande esperimento prospettico randomizzato controllato esaminare gli effetti di una dieta in stile mediterraneo mai condotto. Può essere il trial clinico più prezioso sulla dieta mai eseguita. E 'importante per noi capire le conoscenze acquisite sia dal report originale e le successive pubblicazioni derivate da studi di coorte.
Introduzione
L'obiettivo primario dello studio PREDIMED era di esaminare l'effetto della dieta mediterranea sulle malattie cardiovascolari (CVD); questi risultati principali sono stati pubblicati nel febbraio 2013. Questo era lo studio che i media riassunti come "mangiare mediterraneo tagli dieta rischio di infarti e ictus di un terzo." Da allora, i dati dello studio PREDIMED sono stati utilizzati per il potere una serie di altri studi che hanno sia confermato i primi risultati e ha fornito ulteriori informazioni di valore. Lo scopo di questo articolo è quello di rivedere la conoscenza acquisita da PREDIMED è stato pubblicato a febbraio 2013.
Lo studio originale
PREDIMED era un ampio studio multicentrico condotto in Spagna in cui i partecipanti che erano ad alto rischio cardiovascolare (ma senza malattia cardiovascolare al momento dell'arruolamento), sono stati assegnati in modo casuale a 1 dei 3 braccia: una dieta mediterranea integrata con l'olio extra vergine di oliva (OEVO), una dieta mediterranea integrata con una miscela di noci, o un controllo dieta povera di grassi.
Un totale di 7.447 partecipanti sono stati arruolati nello studio; Il 57% erano donne, e l'età media dei partecipanti era di circa 67 anni al via. Come già detto, tutti i partecipanti allo studio erano ad alto rischio di CVD: circa la metà sono state prendendo inibitori enzima di conversione degli enzimi; un quinto stavano prendendo diuretici; poco più di un quarto stavano prendendo altri farmaci antipertensivi; due quinti stavano prendendo un farmaco statina ipolipemizzanti; e più di un terzo sono state prendendo un ipoglicemizzante orale o insulina. Il gruppo ha iniziato con EVOO 2.543 partecipanti, il gruppo di noce 2.454, e il gruppo di controllo 2450.
Mentre i risultati iniziali erano di grande interesse e di valore per i nostri pazienti, ero tra quelli critica delle interpretazioni fatte quando fare paragoni tra i 3 gruppi alimentari. Nei 2 anni da quando sono stati pubblicati i primi risultati, nuovi studi sono apparsi con analisi più specifiche che mettono queste preoccupazioni a riposo.
Sulla base dei risultati di un'analisi ad interim, il processo è stato interrotto prima del previsto, dopo un follow-up di soli 4,8 anni. Un endpoint primario era già verificato in 288 partecipanti che variavano significativamente tra i gruppi. Il rischio relativo (RR) per CVD è stata ridotta di circa il 30% tra i 2 gruppi che hanno seguito la dieta mediterranea. Più in particolare, quelle che la completano con OEVO avevano un rischio inferiore del 30% di avere un evento cardiovascolare e quelle che la completano con le noci avevano un rischio inferiore del 28% rispetto al gruppo di controllo a basso contenuto di grassi.Un'analisi secondaria dei dati di settembre 2014 ha diviso i partecipanti nello studio originale in 2 grandi gruppi in base alle abitudini alimentari degli individui al basale, prima che iniziassero lo studio. Un gruppo ha avuto una dieta ricca di "carni rosse e trasformati, alcool, cereali raffinati e prodotti interi caseari"  etichettato un modello dietetico occidentale (WDP), e l'altra aveva una dieta che allineato con una dieta mediterranea-type (MDP) .
Si porta anche in luce il beneficio di una MDP sulla sindrome metabolica (SM) e il diabete. Infine, consente una maggiore attenzione per le sostanze nutrienti o alimenti specifici si trovano in un MDP e il loro effetto sulla malattia.
Confrontando superiore vs quartili più bassi di adesione, quelli che hanno seguito una dieta mediterranea sono stati 48% in meno di probabilità di avere un evento cardiovascolare e il 47% in meno di probabilità di morire durante il corso dello studio rispetto a quelli che non hanno (HR aggiustato: 0.52; 95% CI: 0,36-0,74; P -Trend <0,001) e mortalità per qualsiasi causa (HR aggiustato: 0.53; 95% CI: ,38-,75; P -Trend <.001). Anche in questa nuova analisi ha ignorato che il braccio originale dei partecipanti PREDIMED era stato assegnato a basso contenuto di grassi, frutta a guscio, o EVOO, ma si limitò a guardare il modo in cui realmente mangiato.
Questi risultati sono più forti i risultati iniziali basate sul confronto di gruppo. Per dirla semplicemente, i rischi sono stati tagliati a metà. 
Una meta-analisi
Una meta-analisi pubblicata nel luglio 2014, che ha esaminato il consumo di olio d'oliva e il rischio di malattie cardiache e ictus e dati combinati dal caso-controllo, di coorte e studi di intervento è di interesse come i risultati sono in buona approssimazione con questi studi PREDIMED. I dati provenienti da un totale di 101.460 individui e 38,673 persone che avevano subito colpi sono stati combinati. Analisi trovato un RR di ictus di 0.73 (95% CI: 0,44-1,21) in studi caso-controllo per un 25 g (circa 1,6 T) aumento del consumo di olio d'oliva. Studi di coorte hanno mostrato un RR di 0,74 (IC 95%: 0,60-0,92). Il modello a effetti casuali che unisce tutti gli eventi cardiovascolari-coronariche malattia cardiaca (CHD) e stroke- ha mostrato un RR di 0,82 (IC 95%: 0,70-0,96). Questi risultati hanno suggerito "un'associazione inversa del consumo di olio di oliva con ictus (e con ictus e CHD combinato), ma nessuna associazione significativa con CHD. Questo risultato è in accordo con i recenti risultati positivi dello studio PREDIMED randomizzato controllato. " A metà del periodo che lo studio è dopo differenze solo 2,4 anni, significativi sono stati osservati nel braccio integrando la loro dieta con le noci. Il "ICA-IMT progredito nel gruppo di dieta di controllo", mentre regredita nel gruppo dado. Nessuna modifica sono stati osservati nel braccio OEVO:. Cioè, non peggiore e non migliore. Questi nuovi studi tutti confermano e prestano crescente peso all'idea che " a risultati dello studio PREDIMED dimostrare che un alto contenuto di grassi insaturi, antiossidante e il piano di dieta anti-infiammatoria, come la dieta mediterranea è uno strumento utile nel ridurre la mortalità complessiva e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. "
Noci e mortalità
L'aggiunta di noci per la dieta fa chiaramente una grande differenza. L'aggiunta di noci è associato ad una riduzione della circonferenza vita e gli spostamenti in lipoproteine ​​che sono associati con un minor rischio di malattie cardiache, secondo un documento basato su PREDIMED ottobre 2013. Partecipanti PREDIMED del gruppo ha avuto un dado in 2 media diminuzione della dimensione di vita. Inoltre, un aumento significativo delle dimensioni delle particelle di lipoproteine ​​a bassa densità e aumenti di lipoproteine ​​ad alta densità sono stati anche segnalati (HDL) concentrazioni. 
A luglio 2013 la pubblicazione PREDIMED riferito che il consumo di noci è stato associato ad una significativa riduzione del rischio di morte per tutte le cause (P -Trend <.05, tutti).  i partecipanti che consumano più di 3 porzioni di frutta secca a settimana avevano un rischio di mortalità più basso del 39% (HR: 0,61; IC 95%: 0,45-0,83). È stato osservato un effetto protettivo simile contro la mortalità cardiovascolare e cancro. I partecipanti assegnati alla "dieta mediterranea con i dadi" braccio dello studio che aveva già consumato più porzioni di frutta secca a settimana al basale avevano il più basso rischio di mortalità totale, una riduzione del 63% (HR: 0,37; IC 95%: 0,22-0,66) 

Gli alimenti specifici e nutrienti

I rapporti in corso dai dati PREDIMED forniscono anche indicazioni su sostanze nutritive e gli alimenti che non sono stati indicavano nell'analisi originale specifici.
-Fibra
-Ferro
-Magnesio
-Polifenoli (caffè e olio d'oliva) 
-La vitamina K
I livelli di vitamina K nella dieta possono anche avere un impatto significativo sulla salute. I ricercatori hanno riferito maggio 2014 che "assunzione di vitamina K è inversamente associato con il rischio di mortalità." Baseline phylloquinone dietetica (vitamina K 1) assunzione è stata associata ad un significativo 46% riduzione del rischio di cancro e di tutte le cause di mortalità dopo aggiustamento per potenziali confondenti (HR: 0,54; IC 95%: 0,30-0,96; e HR: 0,64; IC 95%: 0,45-0,90 rispettivamente). 
Vantaggi Cervello
A seguito di un MDP sembra interessare più di salute generale. L'aderenza è associata ad una maggiore salute psicologica e la funzione cognitiva.
A maggio 2014 la carta ha riferito che "la prevalenza dei sintomi di depressione e ansia è alta nei pazienti con bronchiectasie, e una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata a una minore probabilità di avere questi sintomi, in particolare per la depressione." A DICEMBRE 2013 carta riportata che i partecipanti PREDIMED che erano o nel gruppo di EVOO o il gruppo dado segnato meglio su diverse misure della funzione cognitiva rispetto al gruppo di controllo. Durante lo studio PREDIMED originale, 224 nuovi casi di depressione sono stati diagnosticati. I partecipanti assegnati al gruppo dado ha avuto un non significativo 22% riduzione del rischio di una diagnosi di depressione rispetto a quelli del gruppo di controllo (HR: 0,78; IC 95%: 0,55-1,10). Questa differenza ha raggiunto la significatività quando limitato ai partecipanti che avevano il diabete di tipo 2. Nei diabetici, integrando la dieta con noci è stato associato ad un rischio ridotto del 41% di diagnosi di depressione durante il corso dello studio (HR: 0,59; IC 95%: 0,36-0,98). partecipanti PREDIMED nel gruppo OEVO anche dimostrato migliore funzione cognitiva in confronto con una dieta di controllo.
Gotta
Il questionario 14 item usato per segnare conformità dieta mediterranea anche dimostrato utile nell'identificare i pazienti con gotta:
Un'associazione inversa è stata osservata tra i livelli crescenti di adesione al 14-item MEDIET segnare e diminuendo iperuricemia (p tendenza <.001). Il consumo di base di carne rossa, pesce e frutti di mare, e il vino sono stati associati con una maggiore prevalenza di iperuricemia. . . .Reversion Di iperuricemia era significativamente più alta (multivariata aggiustata odds ratio = 1.73; 95% CI: 1,04-2,89) nella più alta categoria di aderenza basale alla MEDIET rispetto al più basso. 
Gazpacho
Forse lo studio più divertente a venire fuori dei dati PREDIMED è uno che si è concentrato sul consumo gazpacho. Gazpacho, naturalmente, è una zuppa fredda particolare in Spagna. Utilizzando la dieta e i dati sul consumo alimentare dal Trial PREDIMED, i ricercatori hanno riferito ottobre 2013 che "il consumo di Gazpacho è associato ad abbassare la pressione sanguigna e ipertensione ridotto. . .[e] è risultato inversamente associato con sistolica e diastolica [pressione sanguigna] e la prevalenza di ipertensione in una sezione trasversale popolazione mediterranea ad alto rischio cardiovascolare. » Gli autori dello studio ipotizzano questa associazione" è probabilmente dovuto alla sinergia tra diversi composti bioattivi presentare in gli ingredienti vegetali usati per fare la ricetta. "
Conclusione
Quando i risultati sono stati pubblicati PREDIMED, abbiamo avuto motivo di dubitare della interpretazione estensiva che l'adesione a un MDP aveva come significativo un impatto come gli autori hanno sostenuto. Mentre era chiaro che la supplementazione con EVOO o noci è stato associato ad un significativo beneficio, era un tratto di trovare le prove chiare per il modello alimentare in generale, perché la dieta reale seguito da partecipanti ai 3 bracci originali differivano solo leggermente. Tuttavia, le successive analisi dei dati hanno portato certezza alle rivendicazioni più ampie che l'aderenza alla dieta mediterranea si può offrire notevoli vantaggi: ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di ictus e di ridurre l'incidenza di sindrome metabolica, sovrappeso, e la mortalità generale. I dati suggeriscono che sia PREDIMED OEVO e consumo di noci svolgono un ruolo essenziale in benefici per la salute della dieta mediterranea. La profondità delle prove a sostegno della dieta mediterranea continua a crescere.
Dovremmo, per quanto possibile, incoraggiare i nostri pazienti ad aderire ad una dieta mediterranea fantasia a meno che non ci siano controindicazioni per aspetti specifici della dieta.


Quando il vino è cultura...

Ci fa piacere presentare una bella iniziativa culturale della enoteca Lucantoni di Roma : IL VINO A ROMA.


L’iniziativa che speriamo si arricchisca di molti  altri momenti vuole essere un contributo alla conoscenza e alla cultura di questo bene prezioso che la natura ci ha regalato. Una iniziativa che vorremo fosse replicata in altre città per conoscere storia, luoghi di incontro, personaggi che hanno valorizzato l’arte del bere e del buon vino

lunedì 2 novembre 2015

Le aziende si raccontano:


CARRA DI CASATICO





Se fosse una donna non potrebbe essere amata di più, ma forse lo è!
La terra argillosa di Casatico. Una terra che racchiude la memoria del luogo, le tradizioni, un vissuto contadino: la linfa dei vitigni Carra di Casatico. Catapultata a Casatico valle incastonata tra i colli di Parma, all’ombra dello struggente e bellissimo maniero di Torrechiara, ho scoperto un posto fermo nel tempo, altezzosamente incurante dell’arroganza dei soldi e del potere, geloso custode del luogo, lontano dal turismo enologico chiassoso. La storia ha inizio nel 1997 quando Fabio Carra- un bel pezzo d’uomo, motociclista e amministratore della locale sala da ballo del liscio- impianta il primo vigneto in un ettaro e mezzo per dare un futuro al figlio 19enne. Amore a prima vista tra i due! Bonfiglio ce la mette tutta: anni di passione, di lavoro discreto, ma attento, “ rispettoso” come dice lui del ciclo vitale di ciascuna pianta. Le viti sono disposte a guiot, ciclicamente viene effettuata la zappatura tra e sotto i filari, e per la concimazione e la difesa antiparassitaria si seguono i criteri della lotta guidata e integrata. Un equilibrio perfetto che ha dato vitigni tipici emiliani: Malvasia, Chardonnay tra i bianchi e Bonarda, barbera, Merlot e Pinot Nero per i rossi Grazie ad un impianto di recente introduzione, tutta la produzione avviene in atmosfera modificata con azoto liquido. Questo permette di vinificare senza coadiuvanti chimici previsti dai procedimenti abituali. Una scelta ponderata in accordo con l’estremo rispetto per il territorio e per le uve. Il vino arriva al naso e al gusto intatto, con odori e sapori veramente autentici.
 Ed ecco il Malvasia frizzante, armonico, asciutto, intenso e aromatico, il Sauvignon frizzante dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli dal profumo elegante e tropicale, il Malvasia e Moscato ideale per i dolci al cucchiaio, il Torcularia bianco  vino fresco e leggermente erbaceo composto per metà da uve a bacca rossa in grado di far guadagnare punti preziosi in corpo e struttura. E poi ancora il Torcularia rosa,il Torcularia lambrusco, dal profumo fruttato e brioso, felice compagno dai primi di tradizione emiliana, Acuto dal sapore polposo, morbido e molto lungo, Cinque Torri, Camerapicta dal profumo speziato e di crosta di pane, vino bianco privo di tannini, in bottiglia per 60 mesi per la presa di spuma, il Symposium, Arcòl e Eden 12 mesi in barrique francesi dal sapore coinvolgente, dolce ma non stucchevole.
Non c’è male per meno di 20 anni di attività, Partire da un ettaro e mezzo ed arrivare oggi con 17 ettari e 120mila bottiglie l’anno!

” Forse non lo farei più -dice Bonfiglio Carra- e dire che sono partito senza una lira… ma i grappoli  della fondazione Italiana Sommelier li ho presi, ora aspetto i cinque ! ”

Ricerca: Dieta mediterranea: Quanto è importante seguirla?


Dieta mediterranea: Quanto è importante seguirla?





Tutti d’accordo: la dieta mediterranea- che include il bicchiere di vino ai pasti assunto tutti i giorni- comporta una riduzione della mortalità per tutte le cause, una minore incidenza e mortalità per gli eventi cardio e cerebrovascolari, minor rischio di incorrere nel diabete di tipo2 e maggiore protezione per la demenza di tipo Alzheimer. Ma questi risultati come sono stati evidenziati, con quale metodologia? La meta-analisi che abbiamo scelto e che pubblichiamo risponde alla domanda: l’aderenza alla dieta mediterranea è significativa ? E di quanto?


Autori:
Sezione Regionale Toscana Società Italiana di Nutrizione Umana. Sofi F, Cesari F, Abbate R, Gensini GF, Casini A. Mediterranean diet and health status: a meta-analysis. BMJ 2008;


Nel corso degli anni le numerose evidenze di fattori addizionali alla base della relazione esistente fra nutrizione e malattie croniche invalidanti hanno portato gli studiosi a ricercare il modello di alimentazione più idoneo al mantenimento di un buono stato di salute. E’ ben noto, infatti, che l’alimentazione è in grado di modificare sostanzialmente il profilo di rischio di un soggetto in prevenzione primaria e/o secondaria. Diversi modelli di dieta si sono imposti all’attenzione pubblica, ma quella che ha ottenuto più interesse è sicuramente la dieta Mediterranea. Il concetto di dieta Mediterranea risale agli anni ’60, quando Ancel Keys coniò questo termine in seguito ai risultati dello Studio delle Sette Nazioni che dimostrarono che le popolazioni (Italia e Grecia) che si affacciavano nel bacino del Mediterraneo presentavano una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari e tumorali in confronto con le altre popolazioni studiate. Nel corso degli ultimi anni, l’interesse della ricerca in campo nutrizionale si è indirizzato, più che verso lo studio dei singoli alimenti o gruppo di alimenti che fanno parte della dieta Mediterranea, verso lo studio in toto del profilo dietetico, e in questo, notevole interesse ha suscitato lo studio dell’aderenza alla dieta mediterranea in relazione alle malattie cardiovascolari (e neoplastiche), in termini di incidenza, di progressione della malattia e di mortalità. E’ stato dimostrato, infatti, come una stretta aderenza al profilo dietetico Mediterranea sia correlato ad una minore incidenza di mortalità. Nel 2003 Trichopoulou e coll., allo scopo di trovare uno strumento utile a definire il grado di aderenza ad uno specifico profilo alimentare, hanno stabilito un punteggio di aderenza che prende in considerazione le principali variabili dietetiche, suddivisi in gruppi alimentari, tipiche delle caratteristiche alimentari della dieta Mediterranea. Questo punteggio di aderenza prendeva in considerazione i gruppi alimentari tipicamente presenti nella dieta Mediterranea (pane, pasta, frutta, verdura, pesce, legumi, vino rosso in moderazione, olio di oliva), dando un punteggio maggiore alle persone che consumavano questi alimenti in misura maggiore della media della popolazione. Un punteggio di 0 rappresentava quindi una bassa aderenza alla dieta tipicamente Mediterranea, dove un punteggio di 9 rappresentava una massima aderenza al profilo dietetico Mediterraneo. Da tale analisi è stato possibile documentare su una popolazione di oltre 20,000 soggetti seguiti per 44 mesi che il rischio di mortalità era inversamente correlato al grado di aderenza alla dieta Mediterranea valutato attraverso l’elaborazione di questo punteggio. E’ stato osservato che un incremento di 2 punti in tale punteggio era associato in modo significativo ad una riduzione del 25% della mortalità globale. In seguito a tale studio altri lavori hanno preso in considerazione l’aderenza alla dieta Mediterranea calcolata con specifici punteggi e stato di salute. Lo scopo del presente studio è stato quello di effettuare una revisione sistematica con meta-analisi degli studi prospettici che hanno valutato l’aderenza alla dieta Mediterranea attraverso un punteggio numerico e lo stato di salute. La ricerca bibliografica effettata nelle diverse banche dati elettroniche (PubMed, Embase, Cochrane) ha permesso di evidenziare oltre 60 studi di letteratura che avevano come obiettivo primario o secondario lo studio della dieta Mediterranea. Attraverso un processo di selezione incentrato ad evidenziare gli studi più robusti dal punto di vista epidemiologico, sono stati inseriti nell’analisi finale 12 studi di popolazione (6 su popolazioni Mediterranee, 5 su popolazioni Nord Americane, 1 su una popolazione Australiana) che globalmente avevano studiato circa 1 milione e mezzo di persone per un periodo di follow up che andava da 3 ai 18 anni. Gli eventi clinici che sono stati presi in considerazione in questo studio sono stati mortalità totale per ogni causa, mortalità o incidenza per malattie cardiovascolari e tumorali, nonché incidenza di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e la sindrome di Parkinson. Dall’analisi globale degli studi selezionati è stato possibile evidenziare che un aumento di 2 punti del punteggio di aderenza alla dieta Mediterranea determinava una riduzione del 9% della mortalità totale, del 9% della mortalità e/o incidenza di malattie cardiovascolari, del 6% di incidenza e/o mortalità per malattie tumorali e del 13% di incidenza di morbo di Alzheimer e sindrome di Parkinson. Tali risultati rimanevano statisticamente significativi anche dopo sottoanalisi per alcune caratteristiche comuni degli studi, per esempio sesso (uomini, donne) paese di origine dello studio (Europa, USA), durata del follow-up (< o > 8 anni) e qualità dello studio (bassa, alta). Questa è la prima meta-analisi presente in letteratura che ha preso in considerazione la possibile associazione tra aderenza alla dieta Mediterranea calcolata attraverso uno specifico punteggio ed eventi clinici maggiori come mortalità e incidenza di patologie cronico-degenerative. Numerosi studi negli ultimi decenni hanno analizzato il ruolo di specifici alimenti della dieta Mediterranea e parametri biochimici di rischio delle malattie cronico degenerative, o surrogati clinici delle stesse, ma nessuno fin ora aveva preso in considerazione attraverso la metodica meta-analitica la relazione tra un punteggio di aderenza alla dieta Mediterranea e l’insorgenza di malattia o il rischio di morte I risultati di questo studio, presentano importanti implicazioni per la salute pubblica, in particolar modo nel ridurre il rischio di morte prematura nella popolazione generale e confermano le raccomandazioni delle correnti linee guida delle più importanti società scientifiche che incoraggiano il profilo dietetico di tipo Mediterraneo per la prevenzione delle principali malattie cronico-degenerative.