mercoledì 18 novembre 2015

CULTURA: SISTO V e la tassa sul vino

SISTO V E LA TASSA SUL VINO





 Grande personaggio Sisto V (1585-1590) tanto da passare alla storia come ”er papa tosto”. Nonostante la brevità del suo pontificato (solo 5 anni), nessun altro papa profuse tanto impegno nella riorganizzazione burocratica dello stato pontificio, nell’eliminare il malcostume, la corruzione e il brigantaggio che avevano raggiunto limiti non più tollerabili nella Roma del cinquecento. Come scrive Gigi Zanazzo nel suo libro Novelle, favole e leggende romanesche, l’impegno di Sisto V per dare un nuovo assetto urbanistico della città (ricordiamo solo il ripristino dell’acquedotto felice) richiedeva molti soldi..  e poiché le casse dello stato erano vuote -allora come oggi- il modo più semplice e veloce  era il ricorso alla tassazione sui generi di maggiore consumo tra le classi popolari. Ovviamente tra il generi alimentari, il vino era particolarmente amato e diffuso tra i romani  ma poiché l’ordine pubblico lasciava molto a desiderare così come i finanziamenti per le opere pubbliche, lo stato pontifico era ricorso a una tassazione  per ridurne il suo consumo! Il primo passo fu quello di concedere all’ebreo Meier Maggino di Gabriello (15 luglio 1588), la privativa di fabbricare dei contenitori di vetro, in modo che l’avventore potesse controllare l’esatta misura servita dall’oste. In seguito fu pubblicato un bando con il quale gli osti erano obbligati ad usare le nuove misure fatte in vetro trasparente, con impresso un sigillo  della Camera Apostolica (il Ministero delle Finanze dello Stato pontificio), in sostituzione dei boccali di ferro o coccio che facilitavano le frodi cioè l’aggiunta di acqua al vino .Gli osti avrebbero dovuto pagare un quattrino per ogni fojetta di vino venduta. La fojetta corrispondeva a ½ litro,  er Barzilai a 2 litri, il tubo a 1 litro, il quartino a ¼ di litro, il chirichetto a 1/5 di litro e il sospiro a  1/10 di litro. E’ chiaro il forte malcontento degli osti verso le nuove misure, malcontento che arrivò alle  orecchie del papa  che fingendosi un vecchio eremita si recò in un’osteria chiedendo una mezza fojetta. A ogni richiesta di vino, Sisto V lo misurava di nascosto in una fiasca che si era portata dietro. Accadde che durante la notte proprio avanti la porta dell’osteria fu innalzato un patibolo. La cosa piacque molto all’oste che si affrettò a porre diversi tavoli  avanti la bottega per accogliere il pubblico che numeroso sempre accorreva in simili occasioni. Ma.. le prime due persone che varcarono la soglia furono il boia e il suo assistente…

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