lunedì 2 novembre 2015

Le aziende si raccontano:


CARRA DI CASATICO





Se fosse una donna non potrebbe essere amata di più, ma forse lo è!
La terra argillosa di Casatico. Una terra che racchiude la memoria del luogo, le tradizioni, un vissuto contadino: la linfa dei vitigni Carra di Casatico. Catapultata a Casatico valle incastonata tra i colli di Parma, all’ombra dello struggente e bellissimo maniero di Torrechiara, ho scoperto un posto fermo nel tempo, altezzosamente incurante dell’arroganza dei soldi e del potere, geloso custode del luogo, lontano dal turismo enologico chiassoso. La storia ha inizio nel 1997 quando Fabio Carra- un bel pezzo d’uomo, motociclista e amministratore della locale sala da ballo del liscio- impianta il primo vigneto in un ettaro e mezzo per dare un futuro al figlio 19enne. Amore a prima vista tra i due! Bonfiglio ce la mette tutta: anni di passione, di lavoro discreto, ma attento, “ rispettoso” come dice lui del ciclo vitale di ciascuna pianta. Le viti sono disposte a guiot, ciclicamente viene effettuata la zappatura tra e sotto i filari, e per la concimazione e la difesa antiparassitaria si seguono i criteri della lotta guidata e integrata. Un equilibrio perfetto che ha dato vitigni tipici emiliani: Malvasia, Chardonnay tra i bianchi e Bonarda, barbera, Merlot e Pinot Nero per i rossi Grazie ad un impianto di recente introduzione, tutta la produzione avviene in atmosfera modificata con azoto liquido. Questo permette di vinificare senza coadiuvanti chimici previsti dai procedimenti abituali. Una scelta ponderata in accordo con l’estremo rispetto per il territorio e per le uve. Il vino arriva al naso e al gusto intatto, con odori e sapori veramente autentici.
 Ed ecco il Malvasia frizzante, armonico, asciutto, intenso e aromatico, il Sauvignon frizzante dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli dal profumo elegante e tropicale, il Malvasia e Moscato ideale per i dolci al cucchiaio, il Torcularia bianco  vino fresco e leggermente erbaceo composto per metà da uve a bacca rossa in grado di far guadagnare punti preziosi in corpo e struttura. E poi ancora il Torcularia rosa,il Torcularia lambrusco, dal profumo fruttato e brioso, felice compagno dai primi di tradizione emiliana, Acuto dal sapore polposo, morbido e molto lungo, Cinque Torri, Camerapicta dal profumo speziato e di crosta di pane, vino bianco privo di tannini, in bottiglia per 60 mesi per la presa di spuma, il Symposium, Arcòl e Eden 12 mesi in barrique francesi dal sapore coinvolgente, dolce ma non stucchevole.
Non c’è male per meno di 20 anni di attività, Partire da un ettaro e mezzo ed arrivare oggi con 17 ettari e 120mila bottiglie l’anno!

” Forse non lo farei più -dice Bonfiglio Carra- e dire che sono partito senza una lira… ma i grappoli  della fondazione Italiana Sommelier li ho presi, ora aspetto i cinque ! ”

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