sabato 6 maggio 2017

Attualità: Vini autoctoni: la risposta Italiana all’omologazione del gusto


Dal greco AUTOS/ stesso- e CHTHON/ terra deriva il termine autoctono: un nome che indica che quel vitigno è nato e si è sviluppato in un preciso luogo geografico adattandosi a quel terreno quasi a confondersi  con esso. Sull’autoctono il nostro paese gioca una partita importante puntando sulla biodiversità del territorio- caratteristica geologica dell’Italia- in grado di produrre vini di eccellenza dalle infinite sfumature di odori e sensazioni gustative. 350 tipi classificati non sono pochi, ma saranno certamente negli anni, moti di più a siglare climi diversi, lo studio di particelle territoriali, a intensificare la zonazione. Autoctono un volano economico per aziende grandi e piccole capaci di valorizzare prodotti,  creare posti di lavoro soprattutto per i giovani e a promuovere quell’enoturismo su cui potrebbe vivere comodamente l’Italia senza la spremitura delle tasse! Autoctono un sorvegliato speciale da Enti e Associazioni perché non sia mai che perda la sua identità.
Autoctoni. Tanto da raccontare: Lo faremo puntando ogni volta su  alcune regioni .
E allora parliamo della Tintilla, vino molisano autoctono per eccellenza. La sua storia risale agli anni del Regno Borbonico circa alla metà del 700. Lo certifica il suo DNA e le ricerche condotte dall’Università degli Studi del Molise. Tintilia dallo spagnolo “Tinto” che vuol dire appunto, rosso. Nonostante le sue origini antichissime questo vino è stato messo da parte negli anni 60, quando i coltivatori molisani preferirono le zone di coltivazioni pianeggianti favorendo la quantità più che la qualità. E’ l’unico vitigno interamente autoctono molisano la cui produzione è permessa solo in questa regione, da uve rigorosamente provenienti da vitigni che rispettano i canoni di coltivazione quali la resa, l’altezza di coltivazione non superiore i 200m s.l.m. e la distanza tra i ceppi. Baccanera, colore carico, gusto rustico per un vino che ha ricevuto la DOC nel 2008 e l’iscrizione al Registro delle Varietà  di Vite, nel 2012. Grande Di Majo Norante!
Da Sud a Nord con la Schiava, Lagrein, Gewurztraminer, gli ambasciatori del vino altoatesino: i tre vitigni autoctoni del Trentino, già citati nelle cronache del Medioevo sono stati dimenticati fino quasi 15 anni fa  ( la Schiava ha addirittura rischiato l’estinzione). Tirati fuori dal cassetto dei vignaioli : oggi il Gewurztraminer aromatico è il pezzo forte dei vini bianchi, il Lagrein è fiore all’occhiello dei vini rossi altoatesini mentre la Shiava, leggero rosso altoatesino è in fortissima ripresa.

Il santa Maddalena è il vino da uvaggio più noto. Partendo dalla piazza principale di Bolzano e, dirigendosi verso la passeggiata del Guncina, si possono ammirare i vigneti del GEWURZTRAMINER. Nel giardino della tenuta  Hosfatter si possono avere tutte le informazioni per quello che è un proprio divo.

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