sabato 6 maggio 2017

Attualità: Castello Bonomi : il mentre e il dopo la Degustazione


 Colloquio e considerazioni con lo chef du cave, Luigi Bersini


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Grande longevità, incredibile freschezza, potente mineralità, corpo e struttura tali da regalare sensazioni uniche, lunghi, lunghissimi affinamenti sui lieviti prima della sboccatura (addirittura 100 mesi per il premiato Cru Perdu  millesimato 2004-) tali da garantire il loro consumo per molto tempo. Tutti i vini  prodotti da Castello Bonomi sono espressione del territorio, meglio- del Monte Orfano. Ne vanno fieri i Paladin proprietari -tra l’altro- di Castello Bonomi, ne va fiero lo chef de cave Luigi Bersini che ci ha guidato lungo il percorso della cantina e ha fatto l’expertise tecnico della degustazione, supportata per la parte gustativa  da Luciano Mallozzi l’Esperto bollicine di Bibenda.
MONTE ORFANO: ma cosa ha di così  speciale  questa leggera altura tanto da essere considerata un unicum  nel panorama   geologico della Franciacorta.  Cinque milioni di anni fa  prende forma la Franciacorta- con i caratteristici suoli  morenici, ma Monte Orfano decide di prendere un'altra strada. Si disgrega  dando luogo a un conglomerato calcareo e non morenico. In questa zona quindi, i terreni hanno una diversa colorazione: tendente al rosso in superficie perché ossidati per effetto, nel tempo, dell’azione dell’acqua e del vento, per acquisire una colorazione biancastra man mano che si scende in profondità  verso strati argillosi con parti di conglomerato calcareo molto somigliante alle marne francesi.”
Terreni importanti,-dice Luigi Bersini- che regalano ma pretendono”
 Assemblata alla degustazione inizia il mio “ viaggio” con Luigi Bersini. Spiegazioni tecniche (le sue) considerazioni e assaggi (le mie),  mi hanno regalato bellissime emozioni e la conoscenza di un CRU nel CRI quale è Castello Bonomi  in Franciacorta.

 Questi i magnifici TRE  in degustazione:

CRU PERDU 2009.
Chardonnay 70%- Pinot Nero 30%. Affinamento sui lieviti di otre 36 mesi prima della sboccatura e poi altri 12 mesi in bottiglia
Colore giallo paglierino, brillante. Ottimo stato di maturazione delle uve. Eccellenza di un prodotto  dai lunghi tempi di affinamento.
 Naso: grande spettro olfattivo e ventaglio aromatico di frutta matura. L’importante  mineralità e  sapidità  caratterizzano questo Cru Perdu e tutti i vini di un terroir che può essere definito un cru della Franciacorta.  Molta coerenza tra naso e palato dove si rincorrono i sentori mielati, minerali, la grande freschezza e della morbidezza naturale del prodotto.
 Come sostiene lo chef du cave,” il Cru Perdu è figlio di un territorio che fa suoi i principi della sostenibilità e della viticoltura ragionata cioè di un sistema che mette insieme  in equlibrio, la zonazione, la cura maniacale delle particelle, l’ agricoltura di precisione, la biodiversità nel rispetto dell’ambiente, dell’uomo e a tutela della qualità.”
 PAROLE? Direi onestà intellettuale e etica di Luigi Bersini tenace sostenitore della naturalità dei vini Bonomi  il cui percorso – dalla vigna alla bottiglia- vede l’intervento dell’uomo solo in pochi e indispensabili momenti. Il rispetto della natura si realizza già nel momento- lungo- della fermentazione che non prevede l’aggiunta di lieviti selezionati. Le basi, tre, contenenti ciascuna almeno 20 tipi di uve- danno luogo ad un assemblaggio che costituirà la base dei futuri spumanti. Non si sottraggono certamente all’uso dei lieviti selezionati scelti da quelli prodotti nello Champagne, ma il loro dosaggio è ridotto all’indispensabile e per il tipo di vino che si andrà a formare. Tutto qui? Certamente no perché a supporto della natura c’è l’alchimia, la sensibilità, l’esperienza dello chef du cave che sceglie, assaggia e assembla.. non è un gioco di parole. Il prestigio di una azienda, il lavoro di molti uomini, l’economia di un territorio dipendono anche e molto da lui.

DOSAGGIO ZERO 2009
Chardonnay 50%- Pinot Nero 50% ( 1,50 g/l di residuo zuccherino) affinamento sui lieviti oltre 30 mesi prima della sboccatura e poi altri 12 mesi in bottiglia
Colore giallo paglierino brillante. Fermentazione in barrique sia per lo Chardonnay che per il Pinot Nero- spiega Luigi Bersini. La barrique in tutta la Franciacorta è considerato uno strumento della vinificazione, una sorta di contenitore più che elemento di scambio tra sostanze, come nei vini fermi.
 Al naso: grande freschezza, acidità e sapidità eloquente con una leggera nota di dolcezza. Tostatura, nocciola, frutta matura, leggera balsamicità. Alla bocca tutto corrisponde con una decisa nota di setosità e giovinezza. Questo dosaggio zero elegante di notevole struttura si presenta con una lunga longevità
Osserva Bersini ”La nostra partita si gioca, oggi, anche attraverso gli ZERO che sono una lettura del territorio.  Mettiamo  i vitigni nelle zone che reputiamo più adatte a  produrre un certo tipo di vino e questo non riguarda solo gli Zero ovviamente. La seconda carta  è la capacità di prevedere con almeno tre anni di anticipo se quello che abbiamo in vigna corrisponde al prodotto in bottiglia, salvo verificarlo nel tempo.
Ma- sostiene l’enologo- la prima carta è la naturalità Per noi lavora la natura, senza interventi, forzature e stress. Se la qualità dell’uva è perfetta, come la maturazione tecnologica e aromatica  al momento della vendemmia, sarà il tempo , a lavorare per noi. Noi aspettiamo.“

FRANCIACORTA -  Riserva “ Lucrezia  2006”.
100% Pinot Nero vinificato in bianco.  Affinamento oltre 70 mesi sui lieviti prima della sboccatura e poi un altro lungo periodo in bottiglia.
Un Blanc de noir, perfetto. Una scommessa vinta sul Pinot Nero. .. con una storia quasi romantica” Il vigneto perso”. Dice Bersini- Un vigneto  scoperto nel 1986 e portato a nuovo con diversi tipi di uve: Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero: quest’ultimo di altissima qualità. Non a caso il Pinot nero considerato” l’enfant terrible”  della viticoltura perché difficile da esprimersi al meglio, da noi sul Monte Orfano, in questa particella, è stato domato, diventando a buon diritto un vitigno di eccellenza della denominazione Franciacorta”
Naso: Lucrezia espressione di una maturazione tecnologica e aromatica perfetta, sbaraglia i due precedenti Franciacorta, per la grande sapidità e mineralità tipiche del Pinot Nero. Partenza netta di macchia mediterranea, speziatura, confettura e pasticceria con una leggera nota tannica. Perfetta corrispondenza all’assaggio.  10 anni e non li sente, potrebbe tranquillamente arrivare ai 20. Onestamente un grande vino.

Ed è sul Pinot Nero che si gioca molto il futuro della Franciacorta. Molti produttori hanno capito le potenzialità di questo vitigno che è in grado di dare una marcia diversa e in più ai loro già conosciuti spumanti.

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