sabato 16 gennaio 2016

Cultura: Zero alcool in gravidanza, le linee guida dell'ISS. Ricordiamole





Anche in piccolissime dosi l’alcool assunto in gravidanza può avere rischi per il nascituro. Lo dimostra l’ultimo studio scientifico italo-spagnolo sulla sindrome feto-alcolica, diretto dalla dott. ssa Simona Pichini dell’ISS e in pubblicazione su Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Lo studio condotto su 168 coppie mamma-neonato (dell’Hospital del mar di Barcellona) dimostra che quantità modeste di alcol consumate durante tutta la gravidanza sono rilevabili sia nel capello materno che nelle prime feci (meconio) neonatali. Pertanto anche bevendo poco ma spesso, il feto è esposto all’alcool materno. 

Di seguito le principali indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità:

- consumare bevande alcoliche in gravidanza aumenta il rischio di danni alla salute del bambino
- durante la gravidanza non esistono quantità di alcol che possano essere considerate sicure o prive di rischio per il feto
- il consumo di qualunque bevanda alcolica in gravidanza nuoce al feto senza differenze di tipo o gradazione 
- l'alcool è una sostanza tossica in grado di passare la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni di quelle della madre
- il feto non ha la capacità di metabolizzare l’alcol che quindi nuoce direttamente alle cellule cerebrali e ai tessuti degli organi in formazione
- l’alcol nuoce al feto soprattutto durante le prime settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza
- se si pianifica una gravidanza è opportuno non bere alcolici e si è già in gravidanza è opportuno interromperne l’assunzione sino alla nascita
- è opportuno non consumare bevande alcooliche durante l’allattamento
- i danni causati dall’esposizione prenatale dall’alcool, e conseguentemente manifestati nel bambino, sono irreversibili e non curabili
- si possono prevenire i danni e i difetti al bambino causati dal consumo di alcol in gravidanza, evitando di consumare bevande alcoliche.

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