venerdì 8 gennaio 2016

Cultura: IL MARSALA: Una storia inglese






  


 La storia del marsala  risale al 1700 e indiscutibilmente la sua fortuna è legata a due mercanti inglesi.Si racconta che fu John Woodhouse,  a seguito di una tempesta che lo portò a ripararsi con il suo brigantino nel porto di Marsala, ad assaggiare il vino  locale. Un’altra leggenda dice che Woodhouse fosse in Sicilia per ragioni di lavoro e che a Marsala fu attratto dalla bevanda tipica del luogo che gli ricordava il Madeira e il Porto molto apprezzati in Inghilterra. Ne ordimò 50 barili e il successo in madrepatria fu immediato. Perché non creare un business? Ci pensarono altri sudditi di Sua Maestà, Stephens , Whitaker e Bennjamin Ingham che non era un importatore di vini ma di tessuti di lana. Il business era fatto e gli Inglesi per rendere più simile il marsala  ai celebri vini spagnoli ( Madeira, Jerez, Porto) lo addizionarono con zucchero e acquavite. Il marsala iniziò a diffondersi in Inghilterra con la dicitura ”vino ad uso Madera”. Il nome italiano Vincenzo Florio compare nella prima metà dell’Ottocento. Costui di origine calabrese ma residente a Palermo, era un imprenditore e proprietario di una flotta mercantile, ebbe il coraggio di investire in campo enologico tanto che il figlio acquistò gli stabilimenti di Ingham e Woodhouse, ampliando la fortuna del marsala. Una fortuna che ebbe alterne vicende soprattutto a causa di normative che non tutelavano i prodotti alimentari di qualità. Oggi è tornato in auge in diverse modalità:  secco, smisecco, dolce a seconda dell’impiego. Per alcune varietà viene aggiunto un preparato detto “ concia”, ossia una miscela di mosti concentrati e cotti, con alto grado alcolico e tagliato con vini di varie annate a seconda delle caratteristiche  che si vuole ottenere.

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