venerdì 16 ottobre 2015

Le Aziende raccontano…



Sul portale del Casale del Giglio c’è scritto NON SOLO VINO. Ho cliccato e ho scoperto l’importante progetto culturale che questa azienda sta seguendo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio diretta dalla Dott.ssa Elena Calandra, con l’Università di Amsterdam, Dott.ssa Marijke Gnade i comuni di Aprilia ,Latina e Nettuno. Funzionario responsabile dell’area archeologica del Satricum è il Dott Francesco di Mario.
Gli scavi hanno consentito l’individuazione della “ Via Sacra” che conduceva al Tempio della “ Mater Matuta” ed il ritrovamento di un calice in ceramica usato per il vino risalente al V secolo a.c
I Francesi dicono” Chapeau”, più semplicemente noi diciamo ben venga tanto amore per la propria terra e lungimiranza degna compagna di chi produce vino con professionalità, generosità e appunto “ cultura”!

La Storia:
la storia degli scavi di SATRICUM inizia nel 1986 quando il francese Hector Graillot scopri sulla collina di Le Ferriere i resti di un tempio dedicato alla dea Mater Matuta. Questo tempio sorgeva nell’area dell’acropoli di Satricum le cui prime tracce di attività culturali risalgono tra l’VIII e il VII secolo a.C. e attestavano la presenza di una capanna di culto. Al suo posto nel 640-625 venne edificato un sacello su fondazioni di pietra detto “ Tempio zero” e successivamente sul tempio distrutto, si costruì attorno al 500-480 a.C. un tempio di maggiori dimensioni
 Dopo un lungo periodo di inattività nel 1907 ripresero gli scavi passati nel 1975 sotto la direzione dell’Istituto Olandese di Roma con importantissimi risultati, come la scoperta del Lapis Satricanus, una base di pietra con un’iscrizione in latino databile tra il 525 e il 500 a.C.. Dal 1990 gli scavi vengono curati dall’Università di Amsterdam, sotto la responsabilità di Marijke Gnade.
L’abitazione a Satricum :
 Il primo insediamento a Satricum risale l IX sec a.C. quando le abitazioni erano costituite da capanne sulla collina della futura necropoli. Le prime venticinque di queste capanne sono state scoperte durante gli scavi del secolo scorso, altre quindici dal 1977.Nel VII sec cambia la tecnica costruttiva e le capanne erano ralizzate in pietra, successivamente nel VI sec queste vengono costruite da case con fondamenta in pietra e pareti di mattoni di argilla essiccata al sole. Si pensa che queste costruzioni collocate nell’acropoli di Satricum facessero parte del santuario e che fossero adibite ad alloggi per sacerdoti o per ospiti.
La Necropoli:
La necropoli protostorica di Satricum si estendeva a ovest e nord-ovest dell’acropoli. Fu parzialmente esplorata durante le campagne di scavo della fine Ottocento primi Novecento. Furono aperte decine di tombe contenenti sontuosi suppellettili funebri considerate tra le più importanti del Latium Vetus. Le sepolture più antiche erano a cremazione. Tra queste suppellettili ve ne erano molte di ceramica. In seguito nel 1981 ulteriori ricerche hanno documentato una seconda necropoli risalente al V-IV  secolo a.C. con almeno 200 tombe a fossa. La necropoli è stata attribuita ai Volsci quando conquistarono Satricum nel 488 a.C. e vi rimasero fino a quando i Romani vi fondarono una colonia nel 385 a.C. I corredi erano costituiti da vasi semplici per mangiare e bere, oggetti personali e armi, tra queste pregevole è un’accetta di piombo in miniatura con una iscrizione a carattere fallisco-capenate.
  



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