sabato 24 giugno 2017

Tenuta San Guido





La storia del Sassicaia ha un attore principale: Mario Incisa della Rocchetta.
Un luogo: la splendida tenuta di San Guido a Bolgheri, nella Maremma Livornese.
Una data: 1942.
Un vitigno: il cabernet e una passione: il vino.
Già un vino che fosse grande, ci prova il Marchese, con il Pinot ma si convince, forte della sua passione per i vini francesi,  che è il Cabernet il vitigno giusto. Se la ridono sotto i baffi gli amici blasonati toscani con il loro Sangiovese e Trebbiano vinificati con doppia fermentazione.
 Ma dove se lo va a cercare il terreno adatto?
A Castiglioncello nella tenuta di Bolgheri, un appezzamento a circa 350 metri di altezza, al riparo dal troppo salmastro, esposto a sud-est con un terreno simile alla zona di Graves nel Bordolese… Una ”minivigna” con mille viti meglio marze di cabernet, fortunosamente recuperate dalla vecchia vigna dei Salviati e innestate su legno bolgherese. L’attecchimento è perfetto. Era il 1942. Potatura bassissima ad alberello basso, produzione molto modesta, vinificazione  certo non da manuale, fermentazione in tini di legno aperti, invecchiato per 5-6 anni in barilotti di rovere, rifinito in bottiglie bordolesi. Insomma un “ vinaccio” dal gusto erbaceo e troppo tannico. “Una maccheronata” si diceva, ma Incisa aveva capito che il suo vino non poteva essere pronto nella primavera successiva al raccolto dell’uva, ma doveva aspettare. Dai primi anni iniziò a mettere da parte due alcuni ettolitri di vino l’anno. Il successo fu decretato una decina di anni dopo quando qualche bottiglia del 1949-50 fu bevuta d Gherardo Della Gherardesca, con la complicità del figlio Nicolò. Un vino con cinque-sei anni di barrique e altrettanti di bottiglia. Perfetto.

Da lì nasce tutta un’altra storia del Sassicaia, Incisa crea altri vigneti scendendo dall’Olimpo dei 350 metri ai 100 sul livello del mare. Innesta barbatelle con legno proveniente dalla prima vigna. Abbandona l’alberello per il cordone speronato e poi.. la commercializzazione nel 72 con gli Antinori.

Nessun commento:

Posta un commento