mercoledì 3 agosto 2016

Vino e New Tech: Un mercato da 790 milioni di $ - Ricerca pubblicata da Web in Vigna

Ormai sono entrate nella nostra vita quotidiana, app per comunicare o per orientarsi, app per pagare un bollettino o per prenotare un posto in aereo, per cercare un paio di scarpe o scrivere un articolo per il blog. Applicazioni, IoT, droni, stampa 3D, sono prodotti delle nuove tecnologie che negli ultimi 10 anni hanno modificato il nostro modo di fare le cose o di usufruirne.
Il mondo si muove
Le app sono la più nota rivoluzione introdotta dagli smartphone, anzi, sono l’ovvia conseguenza dell’invenzione di Steve Jobs quando presentò il primo iPhone nel gennaio 2007 al Macworld Conference & Expo di San Francisco.
Da quel momento si è aperto un mercato quasi infinito per gli sviluppatori di applicazioni, ed ogni brand che si rispetti ha la propria app con la quale visitare il sito aziendale, muoversi tra gli scaffali dei prodotti, prenotare l’ultimo modello in produzione.

Il mondo del turismo in particolare ha beneficiato dell’unione tra codice di programmazione e tecnologia di geolocalizzazione,  trasformando la ricerca di un albergo o di un ristorante in una attività di pochi minuti.
Non parliamo poi del food: prenotare un tavolo per la sera, scegliersi il menù, addirittura fare la spesa, tutto si può fare grazie ad un’app.
Anche il mondo del vino si muove in questo ambiente, le applicazioni come Vivino oWinesearcher sono da considerare un po’ le Shazam del vino: inquadri una bottiglia, scatti una foto, e dopo un attimo compare la scheda tecnica di quel vino con indicazioni utili per l’abbinamento e per l’acquisto.
Lo scorso anno la società di venture capital francese che agisce nei tre settori Vino, Cibo e Turismo, 33entrepreneurs, ha rilasciato una mappatura di oltre 500 startup tecnologiche e circa 1600 app che riguardano il vino. Il report è stato pubblicato anche su Medium.


Dividendo app ed aziende tecnologiche in base al loro obiettivo (Produzione, Suggerimenti, Vendita/Consegna, Consumo, Enoturismo e Attività), il grosso della tecnologia è orientato al cliente finale, ossia ai Suggerimenti (32%) ed alla Vendita/Consegna (39%). Seguono le startup dedicate al Consumo e Produzione con stranamente ultimo l’Enoturismo.

Vino e New Tech: Un mercato da 790 milioni di $

Non tutte producono una innovazione utilizzabile, alcune sono sicuramente improbabili come i flaconcini di vino da 10cl per degustazioni veloci, ma tra queste c’è anche Coravin, la ditta produttrice delle spine da inserire nel tappo della bottiglia per il servizio al bicchiere. In ogni caso il gran numero di aziende coinvolte indica che il mercato del vino è stato finalmente scoperto anche dalla tecnologia, e soprattutto dimostra come, specialmente nel campo dell’enoturismo, ci siano ancora margini enormi di inserimento.
Quando sono andato a Navelli per Naturale, oltre agli assaggi ho parlato con alcuni dei produttori più giovani, chiedendo se e come utilizzassero il web nella loro azienda.


Le risposte sono state piuttosto deludenti, visto che il massimo che ho ottenuto è stato l’indirizzo della pagina Facebook. Piccole dimensioni aziendali ed una particolare visione del consumatore inducono i produttori a non occuparsi dell’utilizzo della rete e delle nuove tecnologie che stanno nascendo, lasciando che sia qualche foto sulla pagina Facebook a convincere il cliente ad andare a visitare la cantina ed acquistare il vino.
Questa illusione, sebbene mantenga il valore romantico del lavoro in vigna ed in cantina, di sicuro non alimenta il desiderio di andare a cercare un produttore mentre si è in vacanza in Abruzzo o in Piemonte. In Abruzzo vado spesso, ma raramente ho la possibilità (a meno di non conoscerne già l’indirizzo) di trovare una app o anche un sito web di geolocalizzazione dedicato alle cantine della zona. Spesso passo a pochi km di distanza da un produttore ma, non conoscendone l’esistenza, mi sfugge via lungo la strada. E in giro non ho il computer, ho lo smartphone. 

Tecnologia e piccoli viticoltori

Sono invece proprio le piccole dimensioni dei produttori che dovrebbero spingere all’utilizzo delle tecnologie moderne, a fronte di un investimento anche minimo (inserire la propria azienda su Google My Business è gratuito), per avere la possibilità di avere un afflusso di turisti e visitatori, invogliandoli magari con video professionali sul proprio canale YouTube.
E’ quasi sconfortante vedere ed ascoltare produttori giovani che rispondono che “…non credo molto nel web, io preferisco il contatto umano“. Giusto, il contatto umano è fondamentale soprattutto per un vignaiolo: ma se non ti conosco, come faccio a passare da te in vigna? Come riesco a sapere se la cantina è aperta per le visite, gli orari, se posso acquistare vino sfuso (ad esempio), o mangiare lì vicino?
E’ quasi sconfortante perché sembra che il mondo del vino, almeno in Italia visto che in Francia esistono realtà già ben configurate in rete, voglia negare addirittura la validità degli strumenti che il web 2.0, con le sue app, i canali di chat, i video, la IoT che sta iniziando a galoppare, mette loro a disposizione. La connessione di dispositivi di nuova generazione, come i wearable, con la diffusione delle nuove tecnologie web, ha una potenza enorme che però molti produttori di vino sembrano snobbare.
Tra nessun uso tecnologico ed una vigna piena di robot vendemmiatori, può esistere una virtuosa via di mezzo.
Ovviamente, serve un piano ben preciso, definire obiettivi, budget, ruoli. Può anche non piacere, Internet, e se la si intende relegata al solo Facebook sono anche d’accordo con voi. Bisogna però pensare che le persone si muovono, non rimangono ferme davanti al computer, e molte delle attività che fino a cinque anni fa si facevano al pc, oggi si compiono più agevolmente con il dispositivo mobile, il telefonino insomma. Che si avvale delle potenzialità che le nuove tecnologie, web e non solo, offrono.

Non solo i social

Se aprite un canale Telegram, ad esempio, un vostro cliente o un curioso può farvi domande e ricevere risposte; potreste far costruire un bot che dia automaticamente alcune risposte standard a certe frasi chiave, come il contatto via email o telefonico, o la mappa per raggiungervi centrata sulla posizione del visitatore.
Un semplice e poco costoso QR-Code in retroetichetta può fornire una enorme quantità di informazioni al cliente: la vostra bottiglia appare su scaffali di enoteche e tavoli di ristoranti, dove chiunque può vederla e scansionare il codice, anche se non la sta acquistando o bevendo in quel momento.
Un sensore di temperatura e umidità in alcune aree del vigneto potrebbe avvisarvi di qualche problema atmosferico per tempo.


Pubblicata da Web in Vigna.

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