La rivoluzione impressa
nell’agricoltura dagli aeromobili a pilotaggio remoto è appena iniziata e in molti si domandano quale sarà il loro
futuro visto l’arrivo dei super sensori posizionati su macchine agricole. Ma
andiamo per ordine: le tecnologie satellitari – su cui si basa gran parte del
lavoro effettuato dai droni - in
viticoltura sono state utilizzate per le prime analisi di vigoria attraverso le
foto satellitari. Un metodo di rilevamento decisamente costoso e una
definizione non molto precisa delle fotografie che erano giustificate solo se
fatte su grandi aree. Tanto è vero che le prime mappature furono fatte a
livello di territorio. Fu la Franciacorta a sviluppare nel 2000 un progetto per
fornire elementi sulla maturazione delle
uve e secondariamente a valutare la possibilità di sviluppare sistemi di
gestione a dosaggio variabile per il vigneto. Lo sviluppo tecnologico a seguire
consentì di abbassare i costi delle foto satellitari con la conseguenza che a
utilizzarle furono non sono solo le grandi realtà ma anche la singola azienda.
Lo sdoganamento però della viticoltura e della agricoltura di precisione si è
avuto con il rilevamento a distanza
ravvicinata, possibile sia con
mezzi di terra ( quad o simili) sia già ora con i droni .Il MIT Technology
Review ha recentemente pubblicato la lista delle dieci tecnologie applicate più
interessanti nel campo della innovazione. Tra queste l’uso degli APR (
Aeromobili a Pilotaggio remoto) in agricoltura per migliorare la qualità delle
coltivazioni grazie alla grande quantità di tipologie di sensori che possono
essere caricate a bordo, come videocamere, sensori multispettrali, GPS,
magnometri. Questi apparecchi possono essere programmati per effettuare voli in
piena autonomia, senza il supporto di piloti a terra e la loro spesa può essere
condivisa tra più soggetti. Economici, veloci, precisi non è ancora il momento
per vederli svolazzare in grande quantità sui campi e sui vigneti ma le loro
potenzialità sono molto interessanti e svariati dal monitoraggio delle coltivazioni agli
interventi di precisione su particolari aree o addirittura su singole piante .Il
loro utilizzo in Giappone non è una novità: già oggi sono all’opera 200
apparecchi per le attività di “sprayng” sulle risaie. Possono fornire immagini
a più alta risoluzione, immagini multispettrali in grado di dare una visione
complessiva tale da mettere in evidenza le piante in salute e quelle stressate.
In un vigneto possono essere formidabili alleati in ogni necessaria operazione
che va dalla creazione dello stesso, alla raccolta delle uve: tutto può essere
eseguito con l’assistenza del satellite o tecnologie di precision farming. Il controllo satellitare ad esempio accellera e semplifica la posa dei
pali e delle barbatelle, anche la defogliazione può essere svolta tenendo conto
del maggiore o minore vigore delle piante per conoscere in anticipo il valore
qualitativo delle uve. A livello coltivazione è ampiamente utilizzato lo
spandiconcime in grado di adeguarsi alle mappe di prescrizione grazie al
controllo elettrico o idraulico dei piatti distributori o degli interratori.
Così lo sviluppo dei sensori che misurano in tempo reale lo sviluppo della
chioma e la gestione della stessa misurando il grado di prodotto da
distribuire. Dalla potatura a operazioni anche amministrative e strutturali. Pericolosi? certamente no, anche per le recenti disposizioni ENAC: non devono
superare i 70 metri di altezza e un raggio di manovra al massimo di 200 metri.
Non molti conoscono il grande valore industriale di questo settore: sono molte
e apprezzate le industrie italiane che producono strumenti di precisione e
droni come l’Agrodon, il primo drone-contadino ideate nel nostro paese da due aziende
specializzate: la Italdron di Ravenna, che ha fornito il drone, e la Adron
Technology di Udine che ha realizzato il carico utile per le applicazioni in
agricoltura . e poi ancora il Vrt di Cima, l’Ars di Ager tutti metodi di
distribuzione e di coltivazione basati sui rilevamenti di vigore e sulle mappe
di precisione e da ultimo ma non per ultimo i super- sensori collocati sulle
macchine agricole che permettono in un unico passaggio di identificare e
razionalizzare tutti i fattori produttivi necessari. Droni in crisi? Ma questa
è un’altra storia.
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