CARRA DI CASATICO
Se fosse una donna non potrebbe
essere amata di più, ma forse lo è!
La terra argillosa di Casatico.
Una terra che racchiude la memoria del luogo, le tradizioni, un vissuto
contadino: la linfa dei vitigni Carra di Casatico. Catapultata a Casatico valle
incastonata tra i colli di Parma, all’ombra dello struggente e bellissimo
maniero di Torrechiara, ho scoperto un posto fermo nel tempo, altezzosamente
incurante dell’arroganza dei soldi e del potere, geloso custode del luogo, lontano
dal turismo enologico chiassoso. La storia ha inizio nel 1997 quando Fabio
Carra- un bel pezzo d’uomo, motociclista e amministratore della locale sala da
ballo del liscio- impianta il primo vigneto in un ettaro e mezzo per dare un
futuro al figlio 19enne. Amore a prima vista tra i due! Bonfiglio ce la mette
tutta: anni di passione, di lavoro discreto, ma attento, “ rispettoso” come
dice lui del ciclo vitale di ciascuna pianta. Le viti sono disposte a guiot,
ciclicamente viene effettuata la zappatura tra e sotto i filari, e per la
concimazione e la difesa antiparassitaria si seguono i criteri della lotta
guidata e integrata. Un equilibrio perfetto che ha dato vitigni tipici
emiliani: Malvasia, Chardonnay tra i bianchi e Bonarda, barbera, Merlot e Pinot
Nero per i rossi Grazie ad un impianto di recente introduzione, tutta la
produzione avviene in atmosfera modificata con azoto liquido. Questo permette
di vinificare senza coadiuvanti chimici previsti dai procedimenti abituali. Una
scelta ponderata in accordo con l’estremo rispetto per il territorio e per le
uve. Il vino arriva al naso e al gusto intatto, con odori e sapori veramente
autentici.
Ed ecco il Malvasia frizzante, armonico, asciutto,
intenso e aromatico, il Sauvignon frizzante dal colore giallo paglierino con
riflessi verdognoli dal profumo elegante e tropicale, il Malvasia e Moscato
ideale per i dolci al cucchiaio, il Torcularia bianco vino fresco e leggermente erbaceo composto
per metà da uve a bacca rossa in grado di far guadagnare punti preziosi in
corpo e struttura. E poi ancora il Torcularia rosa,il Torcularia lambrusco, dal
profumo fruttato e brioso, felice compagno dai primi di tradizione emiliana,
Acuto dal sapore polposo, morbido e molto lungo, Cinque Torri, Camerapicta dal profumo
speziato e di crosta di pane, vino bianco privo di tannini, in bottiglia per 60
mesi per la presa di spuma, il Symposium, Arcòl e Eden 12 mesi in barrique
francesi dal sapore coinvolgente, dolce ma non stucchevole.
Non c’è male per meno di 20 anni
di attività, Partire da un ettaro e mezzo ed arrivare oggi con 17 ettari e
120mila bottiglie l’anno!
” Forse non lo farei più -dice
Bonfiglio Carra- e dire che sono partito senza una lira… ma i grappoli della fondazione Italiana Sommelier li ho
presi, ora aspetto i cinque ! ”
Nessun commento:
Posta un commento