lunedì 9 gennaio 2017

Cultura: Visitare Pompei: un’emozione.




La nebbia dei brutti ricordi si è sollevata per lasciarmi quasi stordita di fronte a tanta bellezza. La storia con le sue strade, i commerci, le ville, gli affreschi mi sono  venuti incontro e mi hanno parlato dandomi l’illusione di essere li tra loro e partecipare alla loro vita. Nella magica luce del primo gennaio 2017, accompagnata dalle incantevoli statue di Igor Mitoraj. Pompei oggi, dopo gli splendidi restauri,  ha poco da invidiare a tutte le meraviglie archeologiche sparse nel mondo e sicuramente è l’unica completa testimonianza di come si svolgeva la vita dei Romani soprattutto tra il I e II secolo A.C quando era al massimo del suo fulgore.. fino al 79 D.C quando tutto piombò nell’oscurità e nel silenzio..


Da Sommelier e curiosa del vino eccomi qui sulla Via dell’Abbondanza -principale arteria del commercio di Pompei- davanti al Thermopolio di Vetuzio Placido, importante” vineria” dell’epoca, costituita da bottega,retrobottega e casa attigua in corrispondenza con l’angolo nord-orientale dell’insula ottava. I proprietari probabilmente furono L. Vetutius Placitus,  e la sua compagna Ascula.Nomi che si trovano riportati  sui graffiti della casa e quello di Vetutius su anfore vinarie rinvenute all’interno.
Il termo polio di Vetulius, uno dei più conservati e rappresentativi esercizi commerciali dedicati alla ristorazione ha un bancone policromo (meravigliosamente conservato) rivestito da opus sectis (segmenti marmorei di vario colore) che compongono forme geometriche, completo ancora dei DOLIA (recipienti in terracotta ). In uno di questi è stato ritrovato il contenuto delle casse, costituito da monete in bronzo di piccolo taglio: 374 assi e 1237 quadranti per un valore di circa 170 sesterzi. E’ quasi certo (come riporta la scrittura) che tale somma, essendo costituita da spiccioli, rappresentasse l’incasso della attività commerciale e che fu abbandonata dal proprietario, al momento dell’eruzione, con la speranza di poterla recuperare in un secondo momento. Sul bancone sono state inoltre rinvenute una serie di incavi di varia dimensione che probabilmente servivano a identificare i tagli e la validità delle monete in uso all’epoca.



LE BOTTEGHE
A Pompei nella parte riportata alla luce e restaurata, sono stati individuati 89 Thermopolia, molti dei quali ubicati nella vicinanza di luoghi pubblici come l’anfiteatro, le palestre e terme, avevano tempietti votivi. Molti di queste taverne  oltre ad offrire vitto e vino (le cauponae), avevano locali destinati al pernottamento (gli hospitia,) e altre sale riservate ai piaceri sessuali..per inciso all’epoca d’oro a Pompei esistevano 800 postriboli tutti autorizzati nella cui sala d’attesa si potevano scegliere le “ posizioni” descritte sulle pareti della sala.. Era autorizzata e legale la pratica della omosessualità. Alle donne veniva sacrificata la testa…
Per una misura di vino comune si pagava 1 asse, per una di vino di Falerno 4 assi e per un piatto di farina e farro 1 asse. L’alimentazione era basata principalmente su verdura, frutta, pane, olio, pesce (Pompei era anche un antico porto fluviale) e non mancava la selvaggina. I Pompeiani come del resto tutti i romani mangiavano in abbondanza, piacevolmente, essendo il pasto anche un momento ludico e di svago.


I DOLIUM
Grande giara in terracotta adibita all'immagazzinamento di alimenti e potevano essere interrate (dolium defossum) dove vi si conservava il vino (dolium vinarium) o altri liquidi come l’olio (dolium olearium) ma anche prodotti secchi come fichi, farro e grano (dolium frumentarium, acinarum, amurcarium). I dolium avevano spesso base piatta per essere poggiati a terra.

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