martedì 16 febbraio 2016

Sidro e calvados: le piacevoli risorse delle mele








Se non ci fossero state le mele probabilmente non sarebbe esistito il sidro e da questo il Calvados. La natura compensa sempre: dove non cresce la vite crescono le piante di mele dal cui succo-sidro, già conosciuto ai tempi di Carlo Magno, per distillazione si ottiene il Calvados, una bevanda alcolica il cui nome ha una storia curiosa. Si narra che nel 1588 un galeone spagnolo dell’Invincibile Armata di Filippo II, diretto verso l’Inghilterra, si schiantò, per una terribile bufera, sulle coste della Normandia. Il galeone si chiamava “ El Calvador” da cui prese nome il tratto di costa dove avvenne la tragedia. Il Calvados dal colore ambrato e dai riflessi dorati, non ha nulla da invidiare agli analoghi di altri paesi: è invecchiato anche fino a 15 anni in botti di rovere(  utilizzate in precedenza per invecchiare il cognac o altri distillati), in modo che possa svilupparsi il caratteristico odore( bouquet) e il colore desiderato. Nella Francia del Nord esistono ben 11 denominazioni di origine controllata( definite ”appelation”) di Calvados, la più prestigiosa delle quali, è “ Pays d’auge) in Normandia. In questa regione la consuetudine vuole che il Calvados venga servito a metà pranzo per provocare nello stomaco degli ospiti il ” trou normand” o” buco normanno” che consente di proseguire il pranzo. In pratica il nostro analogo sorbetto al limone . dalla fermentazione alcolica del succo di mela, seguita da una fermentazione acetica, si ottiene invece l’aceto di mele, un prodotto diffuso soprattutto in quei Paesi che tradizionalmente non consumano vino e non producono uva. Ovviamente si tratta di un prodotto diverso dall’aceto italiano, dovuto alla diversa materia prima usata. Contiene polifenoli, sorbitolo, vitamine del complesso B e sostanze volatili che caratterizzano il boquet.
 Da “La storia di ciò che mangiamo” di Renzo Pellati





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