“ Anche
lavorare fa male alla salute”. Graziano
“Ieri
si. Oggi no. Domani dipende da che punto guardi il mondo” Paolo
“ Una
tazza di the ai pasti.. si sposa bene con un salmi di capriolo, o un bello
stufato..” Fracco
Eccoli
alcuni dei commenti a caldo sulla ricerca inglese firmata Sally Davies. Certo
la sterzata a tutto tondo sulle proprietà i del vino rosso che non sarebbero salutari,lascia perplessi.
La nota ricercatrice, niente meno è Chief
Medical Officier non contenta di aver distrutto questo nobile prodotto della natura, precisa
che il tanto sbandierato bicchiere di vino al giorno, è solo una vecchia
convinzione priva di qualsiasi validità
scientifica. Il che suona come una bocciatura sonora ai tanti studi effettuati
negli ultimi anni sul rapporto vino e salute.” A me piace un bicchiere di vino
rosso”, ha detto in una intervista al programma televisivo” Good Morning
Britain”, ma penso che si più opportuno bere una tazza di thé e riservare il
vino alle occasioni speciali. Ogni anno- prosegue la Davies- muoiono di cancro
20 mila persone per il consumo eccessivo di alcool così come per obesità e diabete”. In base ai suoi studi su un campione
di 1000 donne non bevitrici, 106 hanno sviluppato un cancro al seno,
percentuale che sale a 126 per coloro che bevono 14 o meno unità a settimana e
a 153 per quelle che bevono 14 o più unità. Da tenere presente che 14 unità
alcoliche corrispondono a 7 calici di vino rosso, o a 7 pinte di birra di 4°.
Rimanere sotto le 14 unità alcoliche a settimana significa che i rischi sono
bassi. Per tutti: uomini e donne. La ricerca infatti elimina le differenze di
genere e invita all’astensione totale dall’alcool come l’OMS.
Ma è questa la strada giusta per ridurre i
danni dall'alcool e rendere consapevole la sua assunzione. Insomma servono le
campagne anti-alcool? Vino e alcolici sono bevande il cui consumo da parte di
una piccola percentuale di popolazione, è eccessivo .In questo caso
possiamo parlare di dipendenza, mentre
la gran parte delle persone beve in modo assolutamente moderato senza eccessi e
senza alcuna caratteristica di dipendenza dall'alcool. Ma quali potrebbero
essere le conseguenze di tutte le campagne con forti accenti antiproibizionisti
e cioè assunzione zero di alcool nella dieta? Facile ad immaginarsi: chi è
dipendente continuerà a ricercare l’alcool perché la sua è una dipendenza
assolutamente consapevole dei rischi e dei danni e non ha importanza se gli avvertimenti
arrivano da un medico. Chi beve con moderazione smetterà di farlo in quanto non
è dipendente. Risultato: gran parte dei consumi in eccesso rimarranno
invariati, mentre i vantaggi del bere moderato si perderanno in percentuale più o meno maggiore. Ma invece di
tanto accanimento non sarebbe meglio educare la popolazione a conoscere il vino
e le bevande alcoliche e quindi ad assumere le giuste dosi.
” Fa male ciò che
non si conosce”: lo dicono autorevoli esperti, non la sottoscritta!
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