Anche in piccolissime dosi l’alcool assunto in gravidanza può avere rischi
per il nascituro. Lo dimostra l’ultimo studio scientifico italo-spagnolo sulla
sindrome feto-alcolica, diretto dalla dott. ssa Simona Pichini dell’ISS e in
pubblicazione su Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Lo studio condotto
su 168 coppie mamma-neonato (dell’Hospital del mar di Barcellona) dimostra che
quantità modeste di alcol consumate durante tutta la gravidanza sono rilevabili
sia nel capello materno che nelle prime feci (meconio) neonatali. Pertanto
anche bevendo poco ma spesso, il feto è esposto all’alcool materno.
Di seguito le principali indicazioni dell'Istituto Superiore di
Sanità:
- consumare bevande alcoliche in gravidanza aumenta il
rischio di danni alla salute del bambino
- durante la gravidanza non esistono quantità di alcol
che possano essere considerate sicure o prive di rischio per il feto
- il consumo di qualunque bevanda alcolica in
gravidanza nuoce al feto senza differenze di tipo o gradazione
- l'alcool è una sostanza tossica in grado di passare
la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni di quelle della
madre
- il feto non ha la capacità di metabolizzare l’alcol
che quindi nuoce direttamente alle cellule cerebrali e ai tessuti degli organi
in formazione
- l’alcol nuoce al feto soprattutto durante le prime
settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza
- se si pianifica una gravidanza è opportuno non bere
alcolici e si è già in gravidanza è opportuno interromperne l’assunzione sino
alla nascita
- è opportuno non consumare bevande alcooliche durante
l’allattamento
- i danni causati dall’esposizione prenatale
dall’alcool, e conseguentemente manifestati nel bambino, sono irreversibili e
non curabili
- si possono prevenire i danni e i difetti al bambino
causati dal consumo di alcol in gravidanza, evitando di consumare bevande
alcoliche.
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