Colloquio e
considerazioni con lo chef du cave, Luigi Bersini
Grande longevità, incredibile
freschezza, potente mineralità, corpo e struttura tali da regalare sensazioni
uniche, lunghi, lunghissimi affinamenti sui lieviti prima della sboccatura (addirittura
100 mesi per il premiato Cru Perdu
millesimato 2004-) tali da garantire il loro consumo per molto tempo. Tutti
i vini prodotti da Castello Bonomi sono
espressione del territorio, meglio- del Monte Orfano. Ne vanno fieri i Paladin
proprietari -tra l’altro- di Castello Bonomi, ne va fiero lo chef de cave Luigi
Bersini che ci ha guidato lungo il percorso della cantina e ha fatto
l’expertise tecnico della degustazione, supportata per la parte gustativa da Luciano Mallozzi l’Esperto bollicine di
Bibenda.
MONTE ORFANO: ma cosa ha di così speciale questa leggera altura tanto da essere considerata
un unicum nel panorama geologico della Franciacorta. Cinque milioni di anni fa prende forma la Franciacorta- con i
caratteristici suoli morenici, ma Monte
Orfano decide di prendere un'altra strada. Si disgrega dando luogo a un conglomerato calcareo e non
morenico. In questa zona quindi, i terreni hanno una diversa colorazione:
tendente al rosso in superficie perché ossidati per effetto, nel tempo,
dell’azione dell’acqua e del vento, per acquisire una colorazione biancastra
man mano che si scende in profondità
verso strati argillosi con parti di conglomerato calcareo molto somigliante
alle marne francesi.”
Terreni importanti,-dice Luigi
Bersini- che regalano ma pretendono”
Assemblata alla degustazione inizia il mio “
viaggio” con Luigi Bersini. Spiegazioni tecniche (le sue) considerazioni e
assaggi (le mie), mi hanno regalato
bellissime emozioni e la conoscenza di un CRU nel CRI quale è Castello
Bonomi in Franciacorta.
Questi i magnifici TRE in degustazione:
CRU PERDU 2009.
Chardonnay 70%- Pinot Nero 30%.
Affinamento sui lieviti di otre 36 mesi prima della sboccatura e poi altri 12
mesi in bottiglia
Colore giallo paglierino,
brillante. Ottimo stato di maturazione delle uve. Eccellenza di un
prodotto dai lunghi tempi di
affinamento.
Naso: grande spettro olfattivo e ventaglio
aromatico di frutta matura. L’importante
mineralità e sapidità caratterizzano questo Cru Perdu e tutti i
vini di un terroir che può essere definito un cru della Franciacorta. Molta coerenza tra naso e palato dove si
rincorrono i sentori mielati, minerali, la grande freschezza e della morbidezza
naturale del prodotto.
Come sostiene lo chef du cave,” il Cru Perdu è
figlio di un territorio che fa suoi i principi della sostenibilità e della
viticoltura ragionata cioè di un sistema che mette insieme in equlibrio, la zonazione, la cura maniacale
delle particelle, l’ agricoltura di precisione, la biodiversità nel rispetto
dell’ambiente, dell’uomo e a tutela della qualità.”
PAROLE? Direi onestà intellettuale e etica di
Luigi Bersini tenace sostenitore della naturalità dei vini Bonomi il cui percorso – dalla vigna alla bottiglia-
vede l’intervento dell’uomo solo in pochi e indispensabili momenti. Il rispetto
della natura si realizza già nel momento- lungo- della fermentazione che non
prevede l’aggiunta di lieviti selezionati. Le basi, tre, contenenti ciascuna
almeno 20 tipi di uve- danno luogo ad un assemblaggio che costituirà la base
dei futuri spumanti. Non si sottraggono certamente all’uso dei lieviti
selezionati scelti da quelli prodotti nello Champagne, ma il loro dosaggio è
ridotto all’indispensabile e per il tipo di vino che si andrà a formare. Tutto
qui? Certamente no perché a supporto della natura c’è l’alchimia, la
sensibilità, l’esperienza dello chef du cave che sceglie, assaggia e assembla..
non è un gioco di parole. Il prestigio di una azienda, il lavoro di molti
uomini, l’economia di un territorio dipendono anche e molto da lui.
DOSAGGIO ZERO 2009
Chardonnay 50%- Pinot Nero 50% (
1,50 g/l di residuo zuccherino) affinamento sui lieviti oltre 30 mesi prima
della sboccatura e poi altri 12 mesi in bottiglia
Colore giallo paglierino
brillante. Fermentazione in barrique sia per lo Chardonnay che per il Pinot
Nero- spiega Luigi Bersini. La barrique in tutta la Franciacorta è considerato
uno strumento della vinificazione, una sorta di contenitore più che elemento di
scambio tra sostanze, come nei vini fermi.
Al naso: grande freschezza, acidità e sapidità
eloquente con una leggera nota di dolcezza. Tostatura, nocciola, frutta matura,
leggera balsamicità. Alla bocca tutto corrisponde con una decisa nota di
setosità e giovinezza. Questo dosaggio zero elegante di notevole struttura si
presenta con una lunga longevità
Osserva Bersini ”La nostra
partita si gioca, oggi, anche attraverso gli ZERO che sono una lettura del
territorio. Mettiamo i vitigni nelle zone che reputiamo più adatte
a produrre un certo tipo di vino e
questo non riguarda solo gli Zero ovviamente. La seconda carta è la capacità di prevedere con almeno tre
anni di anticipo se quello che abbiamo in vigna corrisponde al prodotto in
bottiglia, salvo verificarlo nel tempo.
Ma- sostiene l’enologo- la prima
carta è la naturalità Per noi lavora la natura, senza interventi, forzature e
stress. Se la qualità dell’uva è perfetta, come la maturazione tecnologica e
aromatica al momento della vendemmia,
sarà il tempo , a lavorare per noi. Noi aspettiamo.“
FRANCIACORTA - Riserva “ Lucrezia 2006”.
100% Pinot Nero vinificato in
bianco. Affinamento oltre 70 mesi sui
lieviti prima della sboccatura e poi un altro lungo periodo in bottiglia.
Un Blanc de noir, perfetto. Una
scommessa vinta sul Pinot Nero. .. con una storia quasi romantica” Il vigneto
perso”. Dice Bersini- Un vigneto
scoperto nel 1986 e portato a nuovo con diversi tipi di uve: Chardonnay,
Pinot bianco e Pinot nero: quest’ultimo di altissima qualità. Non a caso il
Pinot nero considerato” l’enfant terrible”
della viticoltura perché difficile da esprimersi al meglio, da noi sul
Monte Orfano, in questa particella, è stato domato, diventando a buon diritto
un vitigno di eccellenza della denominazione Franciacorta”
Naso: Lucrezia espressione di una
maturazione tecnologica e aromatica perfetta, sbaraglia i due precedenti
Franciacorta, per la grande sapidità e mineralità tipiche del Pinot Nero.
Partenza netta di macchia mediterranea, speziatura, confettura e pasticceria
con una leggera nota tannica. Perfetta corrispondenza all’assaggio. 10 anni e non li sente, potrebbe
tranquillamente arrivare ai 20. Onestamente un grande vino.
Ed è sul Pinot Nero che si gioca
molto il futuro della Franciacorta. Molti produttori hanno capito le
potenzialità di questo vitigno che è in grado di dare una marcia diversa e in
più ai loro già conosciuti spumanti.
Nessun commento:
Posta un commento