Degustazione guidata da Rosa D'agostino, Master Sommelier Alma-Ais
Vini
complessi, eleganti, dalle note balsamiche ricche di erbe aromatiche: salvia,
rosmarino… i sentori del Salento.
Vini dal
colore giallo paglierino brillante sia in versione Spumante Metodo Classico
Brut ( JORCHE ) che in versione fermo ( CRE’ ). Vini che non possono che affascinare
per la mineralità ( altro elemento
tipico del Salento ). La crosta di pane
e di burro fresco tipico del metodo classico dello JORCHE affascinano come i
sentori di pesca, meglio pesca bianca.
In MINUTOLO,
vitigno autoctono raro il cui DNA è assolutamente puro, che solo la tenacia di
Francesca Bruni poteva rivalutare, si evidenzia nel suo CRE’ Salento Bianco
IGP. Vino complesso, quasi un mazzo di fiori primaverili.
Vini banchi
brillanti che nulla hanno da invidiare a quelli del Nord Italia. Un vino che si sposa alla grande con i
latticini, con le burrate accompagnate dal pomodoro.
Ma li vedete i
colori dei rosati?
La natura e
l’abilità del vignaiolo ha superato qualsiasi colore anche i più raffinati dei
grandi artisti del colore. Parliamo di ESTROSA, IL MELOGRANO, ROSE’ e dei
rispettivi vitigni PRIMITIVO; NERO DI TROIA; NEGROAMARO.
Il PRIMITO ( ESTROSA ) è quasi di un colore cerasuolo ma dai riflessi
rosati; ciliegia, marasca, melograno, fragolina di bosco: i frutti della Murgia
in provincia di Bari, terra rossa in
grado di dare grande personalità al vino.
All’assaggio:
ritorna tutto con grande coerenza al naso. E’ sensuale, elegante, sapido,
equilibrato nell’acidità pronto all’attacco anche di un capocollo!
Altro vitigno
autoctono ”NERO DI TROIA”, dal forte carattere, dal tannino ruvido tanto che
molti produttori lo ritenevano
indomabile. E invece c’è stato chi ne ha
fatto un capolavoro.. in purezza. E’ IL MELOGRANO della cantina La Marchesa. Dal
colore, appunto del melograno. La
tecnica usata per questo vino è la vendemmia particellare. Come i francesi,
particelle vinificate, raccolte a mano,
con grandissima attenzione. C’è un accorgimento per rendere questo vino
naturale al massimo: una sorta di laccetto messo a capo di ogni filare in grado
di attrarre tutti i batteri nocivi. Qui
c’è il vino pugliese che non è solo sole..
All’assaggio:
nota alcolica decisa con grande spalla acida; ha bisogno di essere trattenuto
nel bicchiere, poi si concede. Questo vino si può sposare con una mozzarella e
pomodoro, con un carpaccio di tonno o tartare di mare.
Azienda Mottura,
una tenuta in stile Barocco. Ancora
Salento, ancora un colore seducente quasi rosa antico con riflessi luminosi
ramati per questo ROSE’. E’ elegantissimo con sentori di narciso, fiordaliso, tiglio.
Fruttato, erbe aromatiche, basilico, rosmarino. In bocca è coerente, non delude.
Negroamaro nasce scuro, dalla forte personalità ma qui racconta di una azienda
che sa lavorare.
Andiamo ai
ROSSI!
MEDOS malvasia
nera di Castello Monaci, azienda il cui nome deriva dalla presenza di un
castello barocco molto interessante del XVI sec. Strato di argilla e calcarea
friabile con forte irrigazione caratteristica ancora del Salento. Il vino ha
materia, personalità; al naso sentiamo una confettura di amarena, cioccolato,
liquerizia, tabacco, sentore che proviene da una terra in cui per generazioni
ci sono state coltivazioni di tabacco. Avvolgente con precisa glicerina,
morbido e equilibrato, in perfetta sintonia con il territorio. Poteva essere
seduto, invece è molto fresco e sensuale. In abbinamento con i salumi, carni
grigliate.
SALENTO ROSSO.
Qui Negroamaro è primitivo tutto biologico al 100%, cantina e bottiglia. Bello,
dalla forte personalità, impenetrabile, dai sentori che non esplodono subito ma
che hanno bisogno - come tutti i vini biologici - di tempo per schiudersi.
Bella nota mentolata di erbe di campo e poi amarena e frutti rossi croccanti.
Vellutato in bocca, avvolge il cavo orale, dal tannino bello rugoso che non
dispiace. Perfetto con il polpo.
Provatelo con la carne brasata, certo non rimpiangerete il migliore dei Baroli!
Impresa
storica terreno calcareo argilloso, Susumaniello. L’ELFO è un vino complesso
con archetti pronunciati, rosa rossa, ciliegia, nota balsamica ma leggerissima.
In bocca si racconta con tannino scalpitante che ha bisogno di essere domato,
meno frutti, tannino che diventa più elegante nella versione rosé..
Raccontatelo dopo averlo tenuto in cantina per qualche anno.
PRIMITIVO 17:
dolce naturale, 17 gradi, da uve surmature. Azienza Soloperto. Siamo in Manduria
un primitivo che sa di amarone tanto le uve sono un concentrato di zucchero.
Vino da meditazione da gustare con il libro preferito. Non ha bisogno di
barrique; questo vino affinato in
acciaio si racconta da sé perché ha
tutto già di suo: glicerina, presenza di ferro, grande struttura con note di ciliegia, amarena
sotto spirito, cacao, tabacco, liquerizia, il tannino è ruvido ma elegante…Questi
produttori sono spregiudicati perché sanno di avere un vitigno unico, che si racconta
nella sua autenticità. Perfetto con i dolci, sublime con il cioccolato!
Nessun commento:
Posta un commento