Nel mondo arabo medioevale il vino e lo zucchero erano due farmaci,
ambedue ottenuti per estrazione. Il primo cambiò le abitudini culinarie della
popolazione araba ma soprattutto, grazie alla sua capacità di conservazione,
cambiò la farmacopea attraverso la preparazione di sciroppi zuccherati. La loro
produzione e conservazione diede luogo,
nel mondo arabo, a una specializzazione in farmacia: il mestiere di preparatore
di bevande o sciroppi (sarrab) segnalato nei trattati medici. Il secondo
farmaco, il vino pur essendo ritenuto un “ rimedio” conforme al dettato
coranico era vietato- se abusato- anche
dal punto di vista medico. Avicenna medico, filosofo, fisico persiano, (I sec
DC), ritenuto il più grande scienziato dell’Islam usava bere vino per aumentare
la propria concentrazione e di questa
bevanda così scrive nella sua opera IL CANONE DELLA MEDICINA “Corregge le
perdite di genere biliare; il vino nuovo e il vino denso e torbido provocano
nei vasi sanguigni una congestione e un
accumulo di sostanze crude. Il vino migliore è quello vecchio e chiaro e sarà
preso a dosi diverse a seconda delle età: per i giovani una piccola quantità
con del succo di melograno perché le grandi quantità provocano danni. Alle
persone anziane si dia come è senza diluirlo
Il vino migliora il colorito, elimina la vitiligine e la pitiriasi se preso con i farmaci
indicati, versato sulle ulcere e piaghe ha un effetto benefico. Se si persiste
a prenderlo agisce sulla testa inebriando e rendendo sonnolenti, fa perdere la
memoria, nuoce ai nervi e provoca
tremiti, rilassa i nervi ma anche li indebolisce. Quanto al vino addizionato
con miele, è benefico per le articolazioni, deterge i condotti polmonari, ha un
passaggio rapido, si digerisce facilmente e libera lo stomaco dalle scorie. E’
nutriente , aumenta l’appetito ed esalta l’anima.
Avicenna cita anche l’azione
benefica del vino contro i veleni e così dice
"il vino agisce contro le morsicature di tutti gli animali in particolare di quelli freddi, quando bevuto o utilizzato in soluzione esterna. Preparato con l’acqua di mare protegge dai veleni stupefacenti, dalla ingestione di letargico o di funghi. Ringraziamo Dio che ha fatto del vino un farmaco che stimola il calore innato”
L’utilità del vino per la preservazione della
salute era nota anche ad Averroè, giurista, filosofo, medico arabo di Spagna(
Cordova 1126- Marrakesh 1198) che pur citandolo
nel suo TRATTATO SULLA TERIACA quale potente antidoto ne ricordava la
sua utilità se mescolato con gli altri ingredienti della teriaca in modo da
perdere la sua nocività.
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