"Ho visto che hai iniziato questa rubrica VinoSano,
approfitto subito per domandarti se è vero che l’alcool può essere protettivo
per i tumori, come ho letto."
- Bernadette Palermo
Assolutamente no, e mi rifaccio a
due importanti meta-analisi (in gergo è
l’analisi dei più importanti studi di settore) pubblicate nel 2013 sulla
prestigiosa rivista (Annals of Oncology). La prima aveva come obiettivo il
consumo di alcool dose-dipendente cioè correlato al rischio di tumore per
specifiche neoplasie per un totale di 486.538 persone. I dati indicano che il
consumo di alcool determini un aumento di rischio, in particolare per il tumore
del colon-retto, della mammella per le donne, della laringe, fegato, faringe,
esofago e cavità orale. Questa correlazione
sembra esserci pari a un 20-30% di aumentato rischio- per bassi livelli
di alcool e relativi alle medesime citate neoplasie. Piccola eccezione il vino
rosso per il tumore al seno in quanto le sostanze contenute nei semi e nelle
bucce riducono i livelli di estrogeni (dannosi per le donne in menopausa) per
aumentare il testosterone. In questo caso il vino rosso risulterebbe
protettivo.
"Ho sentito parlare molto di resveratrolo sostanza del vino
rosso tra i più citati. Ma è tanto importante?"
- Paola di Teramo
E’ come il prezzemolo lo si cita
e lo si mette un po’ ovunque. La question time riguarda le dosi e gli animali
da esperimento: dovrebbero essere concentrazioni molto più elevate per avere
effetti interessanti sull’uomo e i risultati certi si sono avuti solo, per il momento,
su topi, insetti.. ma non sull’essere umano. Comunque è indubbio che ha
pregevoli qualità: innanzitutto è un potente antiossidante (gli antiossidanti
sono sostanze che combattono l’azione di alcuni composti critici per il nostro
organismo). Questi composti più conosciuti come radicali liberi sono implicati in molti processi
dell’invecchiamento, in particolare dell’aterosclerosi (deposito del
colesterolo cattivo sulla parete di una arteria) ecco perché è importante
l’azione antiossidante del resveratrolo. Un noto ricercatore della Harvard
Medical School di Boston, Davide Sinclair in un articolo della rivista
americana “Journal Agricoltural Food Chemistry” aveva documentato come questo
polifenolo fosse in grado di svolgere un ruolo neuroprotettivo nei confronti
delle cellule che inducono l’Alzheimer. Le prime tracce di questo composto
furono identificate venti anni fa nelle bucce degli acini dell’uva rossa ma
anche -in quantità minori- nella buccia dell’uva bianca. Ha un effetto
antinfiammatorio simile a quello dei più noti fans e possiede un’interessante
attività antiaggregante sulle piastrine del sangue, rende cioè il sangue più
fluido e quindi impedisce la formazione di trombi. Come abbiamo detto vi è
necessità di alte concentrazioni perché viene velocemente metabolizzato nel
fegato e quindi ha una brevissima emivita.
"Perché proprio il vino rosso
sarebbe protettivo per il diabete di tipo2?"
- Carmelo Catania
Ti rispondo citando una ricerca inglese secondo la quale
l’azione protettiva è da attribuirsi ai flavonoidi potenti antiossidanti in
grado di modulare la regolazione del sangue del glucosio, fattore che influenza
la possibilità di incorrere nel diabete di tipo2. Inoltre i flavonoidi potendo
incidere sulla resistenza insulinica determinano una riduzione
dell’insulino-resistenza, tipica delle forme iniziali del diabete e possono
proteggere una persona da un’ampia gamma di patologie quali l’ipertensione e i
problemi cardiaci strettamente legati alla malattia diabetica.
"Gentile Emanuela una mia amica mi
ha riferito che nel suo libro “Vivere
Frizzante” vi è un paragrafo interessante che riguarda alcool e pressione alta.
Sono ipertesa e onestamente amo il vino, possono convivere?"
- Maria Tramparulo Roma
In genere
vi è una stretta relazione tra l’apporto di alcool e l’aumento di valori
pressori sia in soggetti normotesi che ipertesi. In particolare questa
associazione era stata dimostrata in una
popolazione di oltre ottantamila persone tra uomini e donne, dove l’assunzione
di tre drink al giorno, rispetto i non bevitori, aveva comportato un aumento di
pressione sia sistolica che diastolica. Due studi internazionali il Physician’s
Health Study (13.455 uomini) e il Women’s Health Study (28.848 donne)
dimostrano che una assunzione molto moderata di vino può esercitare un effetto
protettivo sui valori pressori per le donne bevitrici, rispetto le astemie, e
poiché il consumo moderato si associa a una riduzione del rischio
cardiovascolare anche negli ipertesi, gli esperti suggeriscono una assunzione
minore di 30g per giorno per gli uomini (due bicchieri) e 15 nella donna (1
bicchiere) piuttosto che la completa astensione. Il meccanismo è l’effetto
vasodilatatore dell’alcol associata alla sua funzione sull’endotelio. Quindi
dosi moderate anche negli ipertesi. L’evidenza è a vantaggio di questi ultimi
rispetto gli astemi!
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