Sul portale del Casale del Giglio
c’è scritto NON SOLO VINO. Ho cliccato e ho scoperto l’importante progetto
culturale che questa azienda sta seguendo in collaborazione con la
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio diretta dalla Dott.ssa Elena Calandra,
con l’Università di Amsterdam, Dott.ssa Marijke Gnade i comuni di Aprilia
,Latina e Nettuno. Funzionario responsabile dell’area archeologica del Satricum
è il Dott Francesco di Mario.
Gli scavi hanno consentito
l’individuazione della “ Via Sacra” che conduceva al Tempio della “ Mater
Matuta” ed il ritrovamento di un calice in ceramica usato per il vino risalente
al V secolo a.c
I Francesi dicono” Chapeau”, più
semplicemente noi diciamo ben venga tanto amore per la propria terra e
lungimiranza degna compagna di chi produce vino con professionalità, generosità
e appunto “ cultura”!
La Storia:
la storia degli scavi di SATRICUM
inizia nel 1986 quando il francese Hector Graillot scopri sulla collina di Le
Ferriere i resti di un tempio dedicato alla dea Mater Matuta. Questo tempio
sorgeva nell’area dell’acropoli di Satricum le cui prime tracce di attività
culturali risalgono tra l’VIII e il VII secolo a.C. e attestavano la presenza
di una capanna di culto. Al suo posto nel 640-625 venne edificato un sacello su
fondazioni di pietra detto “ Tempio zero” e successivamente sul tempio
distrutto, si costruì attorno al 500-480 a.C. un tempio di maggiori dimensioni
Dopo un lungo periodo di inattività nel 1907
ripresero gli scavi passati nel 1975 sotto la direzione dell’Istituto Olandese
di Roma con importantissimi risultati, come la scoperta del Lapis Satricanus,
una base di pietra con un’iscrizione in latino databile tra il 525 e il 500
a.C.. Dal 1990 gli scavi vengono curati dall’Università di Amsterdam, sotto la
responsabilità di Marijke Gnade.
L’abitazione a Satricum :
Il primo insediamento a Satricum risale l IX
sec a.C. quando le abitazioni erano costituite da capanne sulla collina della
futura necropoli. Le prime venticinque di queste capanne sono state scoperte
durante gli scavi del secolo scorso, altre quindici dal 1977.Nel VII sec cambia
la tecnica costruttiva e le capanne erano ralizzate in pietra, successivamente
nel VI sec queste vengono costruite da case con fondamenta in pietra e pareti
di mattoni di argilla essiccata al sole. Si pensa che queste costruzioni
collocate nell’acropoli di Satricum facessero parte del santuario e che fossero
adibite ad alloggi per sacerdoti o per ospiti.
La Necropoli:
La necropoli protostorica di
Satricum si estendeva a ovest e nord-ovest dell’acropoli. Fu parzialmente
esplorata durante le campagne di scavo della fine Ottocento primi Novecento.
Furono aperte decine di tombe contenenti sontuosi suppellettili funebri
considerate tra le più importanti del Latium Vetus. Le sepolture più antiche
erano a cremazione. Tra queste suppellettili ve ne erano molte di ceramica. In
seguito nel 1981 ulteriori ricerche hanno documentato una seconda necropoli
risalente al V-IV secolo a.C. con almeno
200 tombe a fossa. La necropoli è stata attribuita ai Volsci quando
conquistarono Satricum nel 488 a.C. e vi rimasero fino a quando i Romani vi
fondarono una colonia nel 385 a.C. I corredi erano costituiti da vasi semplici
per mangiare e bere, oggetti personali e armi, tra queste pregevole è un’accetta
di piombo in miniatura con una iscrizione a carattere fallisco-capenate.
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