La nebbia dei
brutti ricordi si è sollevata per lasciarmi quasi stordita di fronte a tanta
bellezza. La storia con le sue strade, i commerci, le ville, gli affreschi mi
sono venuti incontro e mi hanno parlato
dandomi l’illusione di essere li tra loro e partecipare alla loro vita. Nella
magica luce del primo gennaio 2017, accompagnata dalle incantevoli statue di Igor
Mitoraj. Pompei oggi, dopo gli splendidi restauri, ha poco da invidiare a tutte le meraviglie
archeologiche sparse nel mondo e sicuramente è l’unica completa testimonianza
di come si svolgeva la vita dei Romani soprattutto tra il I e II secolo A.C
quando era al massimo del suo fulgore.. fino al 79 D.C quando tutto piombò
nell’oscurità e nel silenzio..
Da Sommelier e
curiosa del vino eccomi qui sulla Via dell’Abbondanza -principale arteria del
commercio di Pompei- davanti al Thermopolio di Vetuzio Placido, importante”
vineria” dell’epoca, costituita da bottega,retrobottega e casa attigua in
corrispondenza con l’angolo nord-orientale dell’insula ottava. I proprietari
probabilmente furono L. Vetutius Placitus,
e la sua compagna Ascula.Nomi che si trovano riportati sui graffiti della casa e quello di Vetutius
su anfore vinarie rinvenute all’interno.
Il termo polio
di Vetulius, uno dei più conservati e rappresentativi esercizi commerciali
dedicati alla ristorazione ha un bancone policromo (meravigliosamente conservato)
rivestito da opus sectis (segmenti marmorei di vario colore) che compongono
forme geometriche, completo ancora dei DOLIA (recipienti in terracotta ). In
uno di questi è stato ritrovato il contenuto delle casse, costituito da monete in
bronzo di piccolo taglio: 374 assi e 1237 quadranti per un valore di circa 170
sesterzi. E’ quasi certo (come riporta la scrittura) che tale somma, essendo
costituita da spiccioli, rappresentasse l’incasso della attività commerciale e
che fu abbandonata dal proprietario, al momento dell’eruzione, con la speranza
di poterla recuperare in un secondo momento. Sul bancone sono state inoltre
rinvenute una serie di incavi di varia dimensione che probabilmente servivano a
identificare i tagli e la validità delle monete in uso all’epoca.
LE BOTTEGHE
A Pompei nella
parte riportata alla luce e restaurata, sono stati individuati 89 Thermopolia,
molti dei quali ubicati nella vicinanza di luoghi pubblici come l’anfiteatro,
le palestre e terme, avevano tempietti votivi. Molti di queste taverne oltre ad offrire vitto e vino (le cauponae),
avevano locali destinati al pernottamento (gli hospitia,) e altre sale
riservate ai piaceri sessuali..per inciso all’epoca d’oro a Pompei esistevano
800 postriboli tutti autorizzati nella cui sala d’attesa si potevano scegliere
le “ posizioni” descritte sulle pareti della sala.. Era autorizzata e legale la
pratica della omosessualità. Alle donne veniva sacrificata la testa…
Per una misura
di vino comune si pagava 1 asse, per una di vino di Falerno 4 assi e per un
piatto di farina e farro 1 asse. L’alimentazione era basata principalmente su
verdura, frutta, pane, olio, pesce (Pompei era anche un antico porto fluviale)
e non mancava la selvaggina. I Pompeiani come del resto tutti i romani mangiavano
in abbondanza, piacevolmente, essendo il pasto anche un momento ludico e di
svago.
I DOLIUM
Grande giara in
terracotta adibita all'immagazzinamento di alimenti e potevano essere interrate
(dolium defossum) dove vi si conservava il vino (dolium vinarium) o altri
liquidi come l’olio (dolium olearium) ma anche prodotti secchi come fichi,
farro e grano (dolium frumentarium, acinarum, amurcarium). I dolium avevano
spesso base piatta per essere poggiati a terra.
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