Luigi Carnacina sosteneva che un
banco di prova di grande impegno era l’uovo fritto al tegamino: ovunque
andasse lo chiedeva ad aspiranti cuochi,
accademici e gourmet e poche volte si diceva soddisfatto della cottura! Ma
pochi sanno che molte ricette celebri che hanno come protagonista l’uovo, sono
di ...derivazione militare! La più celebre è senz’altro la salsa maionese di
origine francese la cui invenzione è
attribuita al cuoco militare del duca Richelieu (cugino del celebre cardinale)
che l’avrebbe battezzata così dopo la conquista avvenuta il 28 giugno 1756 di
Port Mahon, nell’isola di Minorca, nelle Baleari. Il cuoco - soldato in
questione, per preparare il pranzo aveva a disposizione solo olio crudo,
limone, uovo e con questi tre ingredienti creò la celebre salsa. Un altro
piatto di sangue militare è la zuppa pavese (crostini di pane raffermo
soffritti nel burro, uovo intero
sgusciato, grana padano grattugiato, brodo bollente). La zuppa pavese è nata
dopo la battaglia di Pavia del febbraio 1525 a Mirabello, dove Carlo V, re di
Spagna, sconfisse il re di Francia Francesco I. Catturato da Carlo V e dovendo
essere rifocillato, gli fu servita da
una ingegnosa contadina, una zuppa messa insieme con gli avanzi del giorno
prima. Zuppa che divenne poi famosa come
”La vivanda del Re”. Non si hanno invece date precise per la nascita della
celebre” bistecca alla Bismark” preparazione con carme rossa fatta rosolare nel
burro e ricoperta da una o due uova fritte al padellino. Certamente la ricetta risale
alla seconda metà del XX secolo, epoca della Triplice Alleanza: al cancelliere
, noto in tutto il mondo come simbolo dell’impero tedesco, la famosa e potente carne con l’uovo fritto! Anche lo
zabaione ha origini militari. Da una ricerca storica svolta dall’Unione
Nazionale Avicolture, Giovanni Baglione, condottiero del XVI secolo
soprannominato Zvan Bajoun, si era accampato con le sue truppe nei pressi di Reggio Emilia
e siccome scarseggiavano le scorte, mandò in giro i vivandieri a cercare cibo.
Questi poterono requisire solo uova, zucchero, vino, erbe aromatiche e zucchero
nei vicini colli di Scandiano. Non sapendo come accontentare i soldati che
aspettavano una zuppa, Zvan Bajoun fece mescolare questi cibi . La preparazione
fu molto apprezzata dalla soldatesca che lo ribattezzarono con il suo nome,
italianizzato poi in zabaione. Questa legenda è stata vivacemente contestata
dai torinesi i quali sostengono che lo zabaione deve il suo nome a San Pasquale
Baylon monaco francescano che dalla Spagna (nacque nel 1540 a Torre Hermosa)
finì a Torino al seguito della corte dei Savoia. Addetto alla cucina del convento, non
riuscendo a montare le uova con lo zucchero, vi aggiunse del vino dolce,
creando lo squisito Zabaione. San Pasquale Baylon è tutt’ora venerato nella
Chiesa di San Tommaso a Torino.
Ma non dimentichiamo quanto
l’uovo è da sempre il simbolo della resurrezione di Cristo, della vita che si rinnova: per questo
venivano donate quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la
fecondità. Segno augurale presso i Persiani e gli Egizi, l’uso di dipingere le
uova lo si fa risalire al 1176 quando il re di Francia Luigi VII al rientro di
una crociata, fu accolto dall’abate di Saint Germain-des-Pres con molti doni
alimentari. Tra questi uova, che per evitare andassero a male, furono dipinte e
regalate alla popolazione: iniziativa che ebbe molto successo tanto da essere
rinnovata in molti anni successivi. Il più celebre uovo decorato? Certamente le
uova di Peter Carl Fabergé che nel 1883 ricevette dallo Zar Alessandro III
l’incarico di preparare un dono per la zarina Maria. L’orafo creò per
l’occasione il primo ”uovo Fabergè”, in platino
e smalto bianco contenente un secondo uovo d’oro, il quale conteneva a
sua volta due doni: una riproduzione
della corona imperiale e un pulcino d’oro!
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