In
genere vi è un effetto lineare tra
l’apporto di alcool e valori pressori sia che si tratti di un soggetto
normoteso che iperteso, ma è anche dimostrato
che questa associazione è reversibile. Lo comprova uno studio effettuato
su ottantamila persone tra uomini e donne, dove l’assunzione di tre drinks al
giorno, rispetto i non bevitori, aveva comportato un aumento di pressione
arteriosa sia sistolica che diastolica .Questa correlazione è stata peraltro
evidenziata sia in bevitori serali che in bevitori compulsivi; in questi ultimi l’assunzione di alcool mattutino
potrebbe spiegare l’aumentato rischio di ictus mattutino che si verifica nelle
prime ore della giornata. Stesse conclusioni se l’assunzione è di tipo lieve ma
con una diversificazione uomo-donna. Il Physician’s Health Study e il Women’s
Health Study( rispettivamente 13.455 uomini e 28.848 donne, senza malattia)
evidenziano come negli uomini e nelle donne vi sia un aumentato rischio di
ipertensione che si riduce-dato significativo- per le donne bevitrici, rispetto
le astemie. Quindi, globalmente, solo una assunzione molto moderata può
esercitare un effetto protettivo sui valori pressori e poiché il consumo moderato si associa a una
riduzione del rischio cardiovascolare
anche negli ipertesi, gli esperti suggeriscono una assunzione meno di 30 grammi
per giorno nell’uomo e 15 nella donna, piuttosto che la completa astensione. Il
meccanismo è l’effetto vasodilatatore dell’alcool associata alla sua funzione
sull’endotelio ( rivestimento di alcune cavità come il cuore con importanti funzioni).
Questa evidenza è per’altro maggiore con l’assunzione di vino rosso, in quanto
ricco di polifenoli i quali sono in grado di ridurre la sintesi della
endotelina-1. Il vino rosso ha effetti migliori per la pressione, rispetto le
bevande alcoliche. Le evidenze degli studi dimostrano che poiché il consumo di
dosi moderate di alcool si accompagna a una riduzione degli eventi
cardiovascolari anche negli ipertesi, è auspicabile una assunzione di alcool
meno di 30g/die nell’uomo e 15g/die
nella donna in presenza di ipertensione piuttosto che di completa
astensione( Kawano 2010)
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