L’interesse per la raffigurazione
di scene di vita quotidiana è rintracciabile già nei secoli precedenti il XVII,
epoca in cui la pittura di genere si afferma diventando un genere artistico
autonomo. Particolarmente incline a narrare i più tradizionali temi religiosi
in chiave domestica, è Domenico Ghirlandaio. A questo pittore si deve un interessante
documento sull’uso medicinale del vino nel Quattrocento. Si tratta di un
episodio della vita del Battista affrescato sulla parete destra della cappella
Tornabuoni nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Qui, a Elisabetta
pallida e emaciata ancora a letto per la fatica del parto, una fantesca reca su
un vassoio un bicchiere e due bottiglie di acqua e di vino. Nonostante le
convinzioni che il vino non poteva essere bevuto dalle donne, è veramente
straordinario il caso di Elisabetta, puerpera attempata, cui si rendeva
necessario il vino come medicamento insostituibile per convalescenti e nutrici.
Il vino compare spesso nelle opere del
Velasquez e, fra queste nel dipinto,” Ragazza e due popolani a tavola “
conservato a Budapest nello Szèpmuveszeti Museum. In questo quadro una giovane
fanciulla serve del vino a un uomo anziano mentre, di fronte, un giovane
dell’aspetto poco più che adolescente sembra protestare per essere rimasto
escluso dalla degustazione. La scena è
molto realistica visto che anche allora il vino era riservato a persone dal’età
matura per i quali sarebbe stata addirittura una medicina e fortemente
sconsigliato ai giovani. Tuttavia l’atmosfera grave del quadro rimanda a una
seconda ipotesi: il pesce affumicato, il bicchiere di vino bianco e il pane,
tutti oggetti disposti ad arte sul tavolo, simbolici alimenti che rimandano a
Cristo, dipinti assieme al coltello del tradimento di Giuda dalla parte
dell’uomo anziano, sembrano alludere alla sua conoscenza del Vangelo.
Dall’altra parte del tavolo, un frutto sferico che rimanda alla mela del
peccato originale e il salino dorato testimonia la saggezza della donna nella
scelta di escludere il giovane dal bere. Quest’opera eseguita nel 1620, fu
donata dal pittore a Juan de Fonseca, cappellano di re Filippo IV in quanto
capolavoro del Velasquez in grado indicare un forte messaggio spirituale dietro
una riuscita scena di genere. La musica associata al bere è un tema molto amato
dai pittori fiamminghi del Seicento che
dipingono numerose immagini di bevitori. E’ il caso del “ Violinista ebbro “dipinto
da Guerrit van Honthorst, il “baro con asso di quadri” di Georges de La Tour, e poi ancora” Il banchetto degli ufficiali
della milizia di San Giorgio” a Haarlen
dipinto di Frans Hals e citiamo per ultimo non da ultimo lo splendido” Gentiluomo
e donna che beve” di Jan Vermeer conservato al museo di Berlino. In questo
dipinto è rappresentato un giovane che serve del vino da una brocca: lo sguardo
sembra così carico di aspettativa quasi a confidare nel vino, per ottenere una
risposta benevola della fanciulla al suo corteggiamento.
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